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Channel: Altezza Reale | Storia, cronaca e gossip sul gotha e dintorni » Gioielli Reali
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George e Charlotte

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George-Charlotte

Lui è da mangiare di baci con quelle guance piene, lei ancora perplessa.  Lui è un vero piccolo gentleman inglese con i calzoncini corti, le calzine blu e la camicetta bianca.  Questa è la prima foto ufficiale – presa dalla loro mamma, la duchessa di Cambridge – di George e Charlotte che rivedremo insieme solo domenica 5 luglio per il battesimo nella chiesa di St Mary Magdalene a Sandringham la stessa dove, nell’agosto del 1961, era stata battezzata Diana Spencer.

Le altre foto della serie sono qua su Facebook https://www.facebook.com/TheBritishMonarchy oppure su twitter o Instagram seguendo l’hastag ‪#‎WelcomeToTheFamily‬

qui trovate tutto sulla nascita del secondo royal baby http://www.altezzareale.com/2015/04/24/tutti-gli-articoli/royal-baby-2015-pare-che-ci-siamo/

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Royal wedding in Svezia: Carl Philip e Sofia sposi sabato 13 giugno

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Tutti pronti? Sabato 13 giugno il principe Carl Philip di Svezia, uno degli ultimi scapoli d’oro dell’universo royal – o come dice Point de Vue “prince à marier” o “meilleur parti du Gotha” – porterà all’altare la fidanzata quasi storica (quasi nel senso che il principe ha avuto una relazione decennale con un’altra) e un po’ chiacchierata.
Oggi Sofia Hellqvist ha abbassato drasticamente l’orlo della gonna e nasconde i tatuaggi dietro ai pizzi degli abiti da sera, ma diciamo che in passato la sua vita è stata un tantino spericolata. Niente di che eh, almeno rispetto agli standard a cui ci hanno abituati i sovrani del passato e del presente (leggi stragi di poveri elefanti e notti brave nei club per soli uomini), ma abbastanza per farci dire che no, non è quella che si potrebbe definire una fanciulla innocente e pura.

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Ad ogni modo la futura principessa, una volta saldamente conquistato il cuore di Carl Philip Bernadotte duca di Värmland (ex principe ereditario e ora solo “assistente” della sorella futura regina in virtù della nuova legge di successione approvata nel 1980) ci si è messa di impegno e si è trasformata. Non è stato un percorso facile il suo e in realtà a parte il principe ha avuto un unico appoggio nella famiglia reale: il futuro cognato Daniel il quale, a suo tempo, ha faticato parecchio a farsi accettare.

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Il fatto è che Carl Philip, bello, tendenzialmente play-boy come il padre, appassionato di auto veloci e designer a tempo perso, sembrava aver messo la testa a posto accanto a Emma Pernald (di origini non nobili ma di buonissima famiglia e soprattutto amica del cuore di Madeleine, la sorella minore del principe) fino al giorno in cui una statuaria ragazza mora con magnetici occhi azzurri non fa perdere la testa al giovane Bernadotte. Ex star della tv ex mannequin un po’ osé, Sofia è bellissima ma il suo curriculum non è quello che ci si aspetta per una principessa. Però i due perseverano, dopo un anno passato quasi di nascosto a New York la coppia va a vivere insieme in un quartiere residenziale di Stoccolma e da lì inizia la manovra di avvicinamento anche perché la giovane donna sarà stata un po’ scapestrata in gioventù, ma non è stupida e decide di dare una svolta alla sua vita. E di studiare a fondo il mondo dei royal per prendere esempi e spunti. Sue principali fonti di ispirazione Kate Middleton e le cognate Victoria e Madeleine con la quale però si mormora abbia pessimi rapporti. Ad ogni modo molto presto spariscono il piercing all’ombelico , i jeans strappati e le minigonne inguinali; una stylist molto nota l’aiuta a rivedere il suo guardaroba che diventa quello che una ragazza “bon chic bon genre”. L’operazione è un successo, Sofia finisce con l’essere accettata dai sovrani, comincia a partecipare in sordina e in seconda fila agli eventi della corte a iniziare dal battesimo di Estelle, la figlia di Victoria (mentre era stata esclusa dal matrimonio) e in più si impegna attivamente in molte cause umanitarie, principale occupazione di tutte le principesse che si rispettino. Ma ammette “ho dovuto combattere per essere riconosciuta”. La stampa svedese dimentica il passato e scopre una giovane donna allegra, cordiale, dotata persino di sense of humor e straordinariamente bella. Il 27 giugno 2014 finalmente l’annuncio tanto atteso, i due sono fidanzati ufficialmente e Carl Philip fa sapere che l’amata “è la donna più straordinaria del mondo”. “Non sapevo cosa fosse la magia dell’amore prima di incontrare Sofia, ma adesso so quanto l’amore può cambiare una persona”.
Sabato le nozze, certo non fastose come quelle della sorella maggiore e principessa ereditaria ma, come sempre in casa Bernadotte, festose e splendenti fra abiti da sera, divise e gioielli.
Adesso resta una sola domanda: quale diadema indosserà la sposa? La futura duchessa di Värmland si vedrà concedere uno degli splendidi diademi storici dei Bernadotte o riceverà un gioiello nuovo di zecca?

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Intanto ecco il programma delle nozze a cui dovrebbero partecipare i rappresentanti di quasi tutte le case reali europee: il 12 giugno ci sarà una privata per gli invitati e gli amici, ma il clou è previsto per sabato 13 giugno con la cerimonia nuziale nella Cappella del Palazzo reale di Stoccolma (a partire dalle 16 e 30) e poi dopo la passeggiata in carrozza degli sposi lungo le vie della città, ci saranno una cena e il tradizionale ballo nella Galleria Carlo XI. Dettaglio di non poco rilievo, i costi del matrimonio saranno totalmente a carico dei sovrani.

Nozze1

E sempre in tema di royal wedding nei giorni scorsi il notissimo sito di e-commerce Zalando mi ha contattata proprio per parlare di regine e principesse nel giorno delle loro nozze. Il mondo dei royal è sempre avvolto da un’aura di magia e le teste coronate restano un punto di riferimento, un sogno irraggiungibile che nell’immaginario delle persone si confonde con la fiaba e quindi il sito ha deciso di proporre una gallery sui matrimoni reali degli ultimi 100 anni con i bozzetti degli abiti di regine e principesse. Un’idea molto interessante che permette di scoprire tutti i dettagli, i particolari e le curiosità delle mise principesche e, nel caso, di copiarle o prendere spunto per il proprio giorno più bello. Inoltre alla fine c’è anche un mio commento sul fantastico e affascinante mondo dei royal.

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Ecco gli sposi in partenza per il luogo della cena pre wedding altre foto nel link qui sotto

http://www.gettyimages.it/search/more-like-this/476848750?excludenudity=false&family=editorial&page=1&sort=best

Tiara

Primo piano della sposa con diadema insolitamente coronato da smeraldi. Scelta particolare visto l’uso ma in ogni caso il gioiello è splendido e direi art déco o giù di lì. Aspettiamo dettagli.

Wedding

Molte grazie a Repubblica che ci fornisce una nella gallery e la fatica risparmiata nel caricamento delle foto mi fa perdonare le banalità che hanno scritto

http://www.repubblica.it/esteri/2015/06/13/foto/svezia_il_principe_carl_philip_e_la_modella_sofia_hellqvist_oggi_all_altare-116771545/1/?ref=fbpr#1

I royal wedding svedesi li trovate tutti qui:

Carlo Gustavo e Silvia

http://www.altezzareale.com/2009/11/13/matrimoni-reali-2/matrimoni-reali-di-ieri/ieri-sposi-19-giugno-1976-carlo-xvi-gustavo-re-di-svezia-e-silvia-sommerlath/

Victoria e Daniel

http://www.altezzareale.com/2010/06/20/matrimoni-reali-2/matrimoni-reali-di-ieri/uno-chef-italiano-per-le-nozze-di-victoria-e-daniel/

Madeleine e Chris

http://www.altezzareale.com/2013/06/07/matrimoni-reali-2/matrimoni-reali-di-oggi/madeleine-e-chris-nozze-reali-a-stoccolma/

http://www.altezzareale.com/2013/06/08/matrimoni-reali-2/matrimoni-reali-di-oggi/madeleine-e-chris-oggi-sposi-reali-a-stoccolma/

http://www.altezzareale.com/2013/06/09/nazioni/svezia/nozze-reali-a-stoccolma-mai-senza-diadema/

Come sempre in occasione di un evento reale noi saremo qui in diretta – lo streaming è qui http://www.svtplay.se/video/2980007/prinsbrollopet – per seguire le nozze e commentare senza moderazione. Vi aspetto live sabato 13 alle ore 15 circa.

Copyright foto: Hola.com

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Al fuoco, al fuoco!

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Alfuoco2

Piccolo riassunto per i nuovi, per chi non si è mai letto i post più antichi – sei anni sul web sono antichità vera – o per chi, come Tenco, non ha “niente di meglio da fare” e sopratuttto per chi vuole farsi due risate sulla mia sfiga cosmica. Si può dire sfiga o siamo in fascia protetta?

C’è stata un’epoca in cui non avevo un blog ma ero sempre e comunque appassionata di vicende reali e si sa, i matrimoni per noi aficionados di teste coronate sono un momento di grande eccitazione: si rivedono gioielli dimenticati (la tiara indossata da Kate per esempio era un secolo che The Queen non la tirava fuori dal forziere di Buckingham Palace), prozii e cugini di quarto grado escono in massa dalle case di riposo per scolare champagne aggratis e spesso dimenticano la naftalina nelle tasche del tight. Su nel grande Nord si spolverano i diademi e la regina titolare procede alla distribuzione fra le parenti sprovviste dell’accessorio. Poi ci sono l’abito da sposa, il giro in carrozza, il bacio al balcone, insomma l’ammmore, quello vero – si spera – che ci piace tanto ed è anche meglio di un film.

Purtroppo però, per motivi non ancora chiariti dalla scienza i royal wedding scatenano sulla mia testa una serie di congiunture cosmiche negative che si manifestano in vario modo. Già le nozze di Carlo e Diana, nel lontano 1981, furono funestate dagli scherzi telefonici del mio, all’epoca, fidanzato diventato ex anche per questo motivo, mentre qualche anno prima mia madre decise di andare alla Standa a fare shopping (un evento) proprio quando in tv si apprestavano a trasmettere la differita del matrimonio di Anna d’Inghilterra e all0ra mica te lo potevi rivedere su Youtube! Ma la vera maledizione di Tutankhamon è iniziata nel 2004: per le nozze di Frederick e Mary di Danimarca mi sono fatta venire la varicella, sono rimasta blindata in casa con mia mamma che mi lasciava la spesa sullo zerbino perché non si ricordava se l’aveva avuta o no, però tutto sommato ero sola e in pace. In onore degli sposi e per dimenticare i commenti di Alba Parietti mi sono fatta due Cuba Libre e ho finito un uovo di cioccolata al latte completamente ricoperto di nocciole (il mio preferito, nel caso aveste la necessità di saperlo).

Due settimane dopo per il matrimonio più atteso da tutte le royal watchers della mia generazione, io stavo meglio però è accaduto anche di peggio. All’epoca ero il portavoce del Presidente della Provincia di Ancona, incarico a contratto rinnovato ogni sei mesi e quindi lavoravo di sabato, di domenica, di notte. Di sabato, appunto, appena ripresa dalla varicella, il Presidente ha organizzato un tour della Vallesina. Ho visto il matrimonio in differita, registrato da Stefano, non ancora marito ma già attento e premuroso; avete presente guardare la finale dei Mondiali otto ore dopo cercando di non vedere immagini altrove? Per fortuna non era ancora l’era di Facebook e di streaming neanche a parlarne.

Nel 2010 per le prime nozze svedesi della nuova generazione mia madre, la quale aveva deciso di rimuovere il fatto di avere un po’ di diabete e da qualche mese si nutriva solo di gelati e cioccolata, è andata in coma glicemico, quindi perdita dei sensi, situazione tamponata nell’immediato ma poi ambulanza, ricovero, ecc., ecc.

Il massimo però l’ho toccato un anno dopo in occasione delle nozze di William e Kate e chi mi legge da allora se lo ricorda bene perché la mattina del 29 aprile 2011 la farm di Aruba, il server dopo è appoggiato il blog che non è nei Caraibi ma in provincia di Arezzo, è andata in fumo. Si proprio in fumo, c’è stato un incidente, un corto circuito o non so cosa e per circa 12 ore tutti i blog e i siti del loro sistema sono stati bloccati e irraggiungibili, “down” come si dice in gergo. La faccenda si è risolta nel corso della giornata ma tutti i miei lettori e potenziali lettori sono andati in fumo, spariti, volatilizzati perché appunto il blog non era raggiungibile, era come se non fosse mai esistito. A luglio ho pensato bene di cambiare aria grazie anche all’invito della televisione svizzera sono andata a Lugano a commentare il royal wedding monegasco e per fortuna non ci sono stati problemi tranne che io non c’ero. Idem nel 2012 con le nozze lussemburghesi, in quel caso ero a Udine e nonostante il pc e una specie di chiavetta per la connessione non sono riuscita a gestire quasi nulla tranne qualche foto.

Le performances però sono migliorate negli ultimi tempi, il matrimonio di Felixe e Claire del Lussemburgo ad esempio è filato liscio e anche quello di Madeleine e Chris, mentre a Roma per Amedeo di Asburgo-Este c’era anche l’inviato speciale Alex. Vediamo domani, certo mio zio semi invalido, è quasi allettato da tre settimane e sempre più nervoso, ma le badanti ci sono e il turno è coperto quindi incrociamo le dita e aspettiamo la sposa.

ps George è stato battezzato il 23 ottobre 2013, mia mamma se ne è andata il 22 e l’abbiamo salutata il 24. No così tanto per dire…

ps2 precisazione per chi fosse capitato qui del tutto casualmente: domani 13 giugno si sposa a Stoccolma il figlio del re di Svezia http://www.altezzareale.com/2015/06/09/nazioni/svezia/royal-wedding-in-svezia-carl-philip-e-sofia-sposi-sabato-13-giugno/

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Di necessità si fa virtù, dopo vari tentativi sono riuscita a mettere il fumetto in una foto. Questa qua invece è opera di Dora che ringrazio di cuore.

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Un anno con Felipe VI, il re del cambiamento

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Dopo i colleghi dei Paesi Bassi e del Belgio anche Felipe de Borbòn y Grecia ha preso il posto del padre, ma l’avvicendamento spagnolo non è stato né facile, né sereno, ma nel corso del suo primo anno da re Felipe VI ha dimostrato di essere un personaggio carismatico e un uomo dalle idee molto chiare. Laura Cardia, giornalista, espetta del mondo spagnolo ci racconta i primi 365 giorni del Rey e ci spiega il perché e il percome del suo successo.     

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Il 19 giugno 2014, il regno di Felipe VI è iniziato tra desilusión, aspettativa e curiosità. In Parlamento, Felipe ha pronunciato un bellissimo discorso, uno dei più belli che abbia sentito, che si concludeva con una frase ormai famosa: ” Mi sento orgoglioso degli spagnoli e niente mi onorerebbe di più che, con il mio lavoro e il mio sforzo quotidiano, gli spagnoli potessero sentirsi orgogliosi del loro nuovo Re”. Prima ancora, Felipe VI aveva parlato della esemplarità necessaria negli uomini delle istituzioni, della trasparenza, della necessità di una Spagna multiculturale, in cui ci sia posto per tutte le sue genti e per tutte le sue lingue.
Un anno dopo si può dire che Felipe si è davvero impegnato per essere all’altezza delle sue promesse. In uno sforzo di trasparenza, ha deciso che i conti della Casa Reale siano affidati a un revisore esterno e che la gestione della Zarzuela sia sottoposta alla Legge di Trasparenza, nonostante la legge non lo preveda. La mancanza di trasparenza e la discrezionalità riservata al sovrano nella gestione economica della sua Casa, sono sempre state ragione di perplessità e malumori. Felipe ha rotto il meccanismo e lo ha fatto in assenza di leggi o richieste ufficiali specifiche, dimostrando sensibilità e attenzione per gli umori dell’opinione pubblica. Per la stessa ragione, si è abbassato lo stipendio del 20% e ha introdotto un severo codice di comportamento per i membri della Famiglia Reale, che non possono lavorare in imprese pubbliche o private né accettare regali che possano renderli meno liberi nel loro lavoro di rappresentanza; se questa regola fosse stata in vigore sotto il regno del padre, non ci sarebbe stato l’Instituto Noos di Cristina e Iñaki Urdangarin né Juan Carlos avrebbe potuto accettare regali imbarazzanti come lo yacht Fortuna, pagato dagli imprenditori baleari in cambio delle vacanze reali nell’arcipelago e chissà se per qualche altra ragione.

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In uno dei primi ricevimenti ufficiali, Felipe e Letizia hanno invitato associazioni e rappresentanze di cittadini mai visti prima a Palazzo Reale: collettivi omosessuali, ONG impegnate con diseredati e diversamente abili, artisti, atleti. Si sono mescolati tra di loro, hanno conversato e hanno dato idea della Spagna che vagheggiano, più aperta, più inclusiva, più attenta alle sue culture. Un’attenzione al Paese che i numeri raccontano in modo chiaro: i sovrani hanno assistito a 188 atti ufficiali, Felipe è andato da solo a 80 atti, dei quali la maggior parte è stata di natura economica. Letizia ha presieduto da sola 39 atti ufficiali, si è impegnata soprattutto in eventi legati a Solidarietà e Cultura; i viaggi ufficiali sono stati 17, la maggior parte dei quali è servita per presentarli come nuovi sovrani di Spagna. Il loro viaggio più recente, a Parigi, è stato un trionfo per entrambi.
Il Re ha parlato davanti all’Assemblea Nazionale, un onore riservato a 19 Capi di Stato finora, e ha inorgoglito gli ospiti, affermando che l’Europa ha più che mai bisogno dei valori francesi, libertà, solidarietà e uguaglianza, prima di tutto; poco dopo ha inaugurato un giardino, il Giardino dei Militanti della Nueve, che rende omaggio ai repubblicani spagnoli che combatterono a Parigi contro il regime nazista. “Una capriola della storia, per cui un sovrano spagnolo rende omaggio ai valori repubblicani” ha definito El Mundo il continuo incrociarsi di Monarchia e Repubblica nel viaggio di Felipe. La Regina ha ottenuto un trionfo personale per i suoi outfit, curati e azzeccati, che smentiscono un articolo di Vanity Fair España, apparso ad aprile, secondo il quale non si cura della moda ed esige solo “vestire in modo corretto”. In Francia ha usato creazioni del solito Felipe Varela, di Adolfo Dominguez, di Hugo Boss, di Magrit e Mango, dimostrando che non c’è miglior ambasciatrice del made in Spain di lei. Quello che ha colpito di Letizia, ancora una volta, è il suo secondo piano rispetto a Felipe; una scelta che è apparsa evidente sin dal giorno della proclamazione e che lei non ha mai contestato, rifuggendo da qualunque protagonismo, in presenza del Re.
Se nei primi dodici mesi, Felipe e Letizia hanno tracciato le basi del loro cammino, è in questi ultimi giorni che hanno dato un’accelerata inaspettata. Lo sapete già tutti, immagino. Nella serata dell’11 giugno, il re ha annunciato di aver tolto il titolo di Duchessa di Palma di Maiorca alla sorella Cristina, coinvolta, con il marito Iñaki, in uno scandalo di corruzione, malversazione ed evasione fiscale. Un gesto sorprendente e choccante, ma in linea con il discorso di insediamento di Felipe e con la sua promessa di esemplarità. Così è stato interpretato dai media, che lo hanno intensamente lodato, definendolo ‘gesto dovuto’ e sottolineando l’impegno di Felipe per ‘l’esemplarità’ della sua Monarchia. Cristina ha tentato di reagire, assicurando che non era una spoliazione da parte del re, ma una spontanea rinuncia da parte sua e Felipe, durissimo, ha fatto rispondere immediatamente, rivelando che la lettera di rinuncia è arrivata dopo la telefonata fatta alla sorella, per comunicarle la decisione, e affermando che l’unica decisione che l’Infanta può prendere è ‘la rinuncia ai diritti di successione’ (più chiaro di così, Cristina, cosa aspetti?!). Un battibecco tra fratelli che rivela la scarsa statura morale ed etica di Cristina e la sua scarsa preoccupazione per gli interessi della Corona.

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Due giorni dopo questa decisione e, soprattutto, dopo il chiarimento, che ha messo in cattiva luce l’Infanta, la Casa Reale ha diffuso una serie di belle fotografie inedite, che illustrano un anno di trono. Sono 70 e rivelano il lavoro di Felipe e Letizia prima e dopo i loro atti e viaggi ufficiali (c’è un’intensa foto di Felipe che, in aereo, rivede uno dei discorsi che pronuncerà a Parigi, ce n’è un’altra, molto regale, ai piedi della scalinata di Palazzo Reale, mentre il Re aspetta l’arrivo di Sergio Mattarella, che si presenta come nuovo Presidente della Repubblica Italiana). Raccontano anche la loro vita familiare, con Leonor e Sofia, e testimoniano che la nuova Famiglia Reale è davvero una famiglia, legata da vincoli affettivi, oltre che istituzionali. Sono foto abili e intelligenti, che mostrano come Felipe e Letizia siano attenti alla comunicazione e all’immagine che proiettano; la regina ha da poco assunto nel proprio staff un’esperta di moda, proveniente dall’edizione spagnola di Cosmopolitan, e ha ridisegnato lo staff della comunicazione della Zarzuela. I risultati di questo lavoro si vedono, sia nell’intensa presenza dei sovrani sulle reti sociali (Twitter segue praticamente in diretta le loro attività ufficiali e pubblica foto che finiscono su tutti i media), sia nel controllo perfetto della loro immagine. Le sfere pubblica e privata di Felipe e Letizia sono nettamente separate: El Mundo commentava pochi giorni fa come sia difficile sapere cosa succede dietro le mura della Zarzuela, data la fedeltà e la lealtà dello staff al Re e alla Regina. E il controllo dell’immagine fa sì che Leonor e Sofia siano le bambine reali meno conosciute d’Europa: la difesa della privacy è il punto debole della nuova Famiglia Reale, ancora incapace di comprendere quanto le bambine possano essere un valore aggiunto per la popolarità della Monarchia.
Una popolarità che c’è, non solo sui media, ma anche tra la gente. In questi mesi non ho mai sentito un commento davvero negativo su Felipe VI (su Letizia sì, ma lei dovrà lavorare ancora molto, per far dimenticare le insofferenze e gli atteggiamenti antipatizzanti dei suoi anni da Principessa); il clima di attesa si è trasformato in approvazione per i suoi comportamenti seri e rigorosi, per i suoi discorsi carichi di ottimismo e di speranza, per l’impegno continuo a migliorare non solo l’immagine, ma anche la struttura e il funzionamento della Monarchia e dimostrare che il ruolo del Re è utile all’unità e all’identità della Spagna. “E’ un gran Re” mi hanno detto varie volte e qualcuno si è pure lanciato a sostenere che è “il miglior Re della storia spagnola” (a Siviglia, la mia città spagnola di riferimento, volano sempre basso). L’ultimo sondaggio, realizzato da Sigma Dos per El Mundo, tra il 9 e l’11 giugno, conferma i risultati dei sondaggi precedenti e addirittura li esalta. Felipe ha recuperato la popolarità perduta della Monarchia: gode dell’appoggio del 74,7% degli spagnoli (suo padre era arrivato al 76%, nel 2012, prima della caduta del Botswana e degli scandali che hanno precipitato la popolarità della Monarchia); la Monarchia è sostenuta dal 61,5% degli intervistati (in un sondaggio di gennaio 2014, la popolarità dell’istituzione era scesa al 49,9%). Mi sembra che la cosa più interessante di questo sondaggio è il risultato ottenuto dal re tra gli elettori di Podemos, la nuova formazione politica nata dalle acampadas degli indignados di quattro anni fa; Podemos ha nel proprio programma la richiesta di un referendum sulla forma dello Stato e un anno fa, nei giorni tra l’abdicazione di re Juan Carlos, il 2 giugno, e della proclamazione di Felipe, il 19 giugno, era stato tra i movimenti più attivi nella richiesta di un referendum. Il 53, 5% degli elettori di Podemos sostiene il nuovo re. Bisogna anche sottolineare che in tutti i sondaggi che sono stati fatti in questi mesi, il sovrano ha sempre ottenuto risultati incoraggianti, ma con una forte differenza generazionale: il sostegno delle generazioni più anziane non si discute, con punte che sfiorano il 70-80%, ma i più giovani sono sempre stati molto più tiepidi (anche se in quest’ultimo sondaggio di El Mundo Felipe ha una popolarità del 66% tra gli under 30). L’impegno di Felipe, dunque, deve rivolgersi soprattutto verso i più giovani: è a loro che deve dimostrare che la Monarchia ereditaria è un’istituzione utile per il futuro del Paese. Anche l’ultimo sondaggio del CIS, di aprile 2015, riporta che Felipe VI è il leader più apprezzato dagli spagnoli; il 57,4% degli intervistati lo valuta positivamente; non è la prima volta, in analoghi sondaggi sulla popolarità delle figure pubbliche, Felipe è sempre stato il più amato, con punte di popolarità che sfiorano il 70% (Letizia lo segue a poca distanza, intorno al 67%). Anche la Monarchia è in rimonta di popolarità, seppure sempre in zona insufficienza: ad aprile gli spagnoli le davano un 4,34 su 10 (la sufficienza è 5), che è pur sempre meglio del 3,72 di aprile 2014. La direzione, insomma, sembra essere quella giusta.
A meno di una settimana dal 19 giugno 2015, la Zarzuela ha fatto sapere che non ci saranno celebrazioni ufficiali per questo primo anno sul trono. Felipe VI ritiene che la Spagna in crisi non vedrebbe di buon occhio un’autocelebrazione del suo primo servitore. Anche per questo, mi sembra che la Spagna possa iniziare a essere orgogliosa del suo nuovo re.

Laura Cardia

Se volete saperne di più su Felipe VI e il suo primo anno di regno Laura Cardia, che è l’autrice del blog Rotta a Sud Ovest e dell’altrettanto interessante Rotta su Torino, ha pubblicato un ebook dedicato al sovrano spagnolo. L’ebook è acquistabile su amazon cliccando qui http://www.amazon.it/Felipe-Letizia-anno-trono-Spagna-ebook/dp/B00Z1M5IPY/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1434041957&sr=8-1&keywords=Felipe+e+Letizia

copyright foto Casareal.es

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Bicentenario della battaglia di Waterloo

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Il 18 giugno di 200 anni fa Napoleone Bonaparte combatte in Belgio la sua ultima battaglia. Il bicentenario di Waterloo verrà celebrato sabato 20 con una grandiosa ricostruzione dello scontro alla presenza dei rappresentanti delle nazioni coinvolte mentre oggi sui svolgerà a partire dalle 10 (la televisione belga trasmetterà la diretta, link qui http://playtv.fr/television/tv5-monde/) della cerimonia di commemorazione. Saranno presenti, oltre ai sovrani del Belgio, anche i discendenti dei comandanti generali degli eserciti belligeranti: il duca di Wellington, il principe Jean-Christophe Napoléon, il principe Blücher e il re Willem Alexander dei Paesi Bassi.

Jean-Christophe Napoéon in realtà non discende in linea diretta da Napoleone Bonaparte, ma dal fratello minore Gerolamo re di Westfalia che comunque era presente alla battaglia.

Alle 11 dopo i discorsi di rito i presenti depositeranno una corona di fiori ai piedi del memoriale poi dopo un minuto di silenzio il duca di Wellington e il principe Napoléon si stringeranno simbolicamente la mano. Quindi verranno eseguiti l’inno europeo e delle musiche militari degli eserciti, tedesco belga, inglese, francese e olandese e infine la  Brabançonne.

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Ieri prima stretta di mano, da sinistra il duca di Wellington, il principe Charles Napoléon e il principe Blücher

Napoleone, pur con i tanti punti oscuri, è un personaggio straordinario ma per quali motivi, nonostante le sconfitte, gli errori, i massacri è ancora un mito? Per il Codice civile? Forse, ma non solo. Ernesto Ferrero nel suo “Lezioni napoleoniche – sulla natura degli uomini, le tecniche del buon governo e l’arte di gestire le sconfitte” (Mondadori 2002) ci fornisce la sua chiave di lettura. Secondo Ferreto (autore di N un romanzo dell’esilio elbano dell’Imperatore da cui Paolo Virzì ha tratto un divertente film) Bonaparte ha introdotto nella Storia “la speciale categoria del Merito, sostituendola a quella del diritto ereditario, che premia anche gli incapaci”. Da semplice rampollo di una famiglia corsa di non eccelse condizioni si eleva alla dignità imperiale ed apre i più alti gradi del potere e della gloria ai figli del popolo che sanno servire il loro paese. Napoleone dimostra che “non c’è linite all’intraprendenza, al coraggio ed alla fantasia creatrice”. E non mi pare poco.

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Questo è tutto ciò che la tv belga mi ha permesso di vedere, poi si sono accorti che stavo guardando dall’Italia, la pubblicità quella però la posso vedere.

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Lussemburgo: cento anni di matrimoni e diademi

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CharlotteFelixLe nozze in generale rappresentano un momento speciale per tutti, ma per le monarchie sono anche qualcosa di più perché hanno il potere di rinvigorire vecchie tradizioni. Con tutto il loro sfarzo i royal wedding trasmettono nuova energia agli antichi rituali, mettono in mostra una sontuosità epica che risveglia emozioni. I militari in parata, l’abito della sposa, gli squilli delle trombe e gli hurrà della folla in giubilo incantano come una pioggia di stelle cadenti. Il romantico corteo di una sposa principesca, che si avvia verso il suo destino in una carrozza di cristallo tirata da cavalli, non ha altro riscontro al di fuori delle fiabe. Perché sia chiaro, le principesse, vere o acquisite, sono la materializzazione di Cenerentola, della Bella addormentata nel bosco, personaggi favolosi, sepolti nella memoria insieme all’infanzia che è confortante ritrovare nella realtà. E visto il momento di grande difficoltà e sinistra recessione oggi sognare, attraverso queste figure, è anche un po’ consolatorio e rassicurante.

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La più recente foto ufficiale dei fidanzati

Fatta questa – ispirata – premessa veniamo al dunque: fra venti giorni Guglielmo, granduca ereditario del Lussemburgo porterà all’altare la fidanzata, Stéphanie de Lannoy. Giovane, carina, intelligente, la futura sposa è nata in una solida famiglia dell’aristocrazia belga. Certo il loro non sarà un royal wedding sfolgorante e super mediatico, non verrà celebrato sotto il cielo azzurro pervinca della Costa Azzura, non avrà come sfondo il meraviglioso castello di Sans Souci a Postdam, ma l’attesa fra gli appassionati del genere – cioè noi – c’è. Anche perché dopo l’overdose di royal wedding dello scorso anno cominciavamo a sentire un po’ la mancanza di uno di questi romantici eventi che ci danno tanto da chiacchierare. E per entrare un po’ nel clima non c’è niente di meglio che ripercorrere un po’ di nozze lussemburghesi di ieri e dell’altro ieri.

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La granduchessa Charlotte si sposa nel 1919 quando è già sul trono, dopo la controversa abdicazione della sorella maggiore Adelaide. I tempi sono ancora quelli dei matrimoni fra pari grado e così il fortunato prescelto è, guarda caso, un cugino materno, il principe Felix di Borbone-Parma fratello minore della ex imperatrice Zita. Il giorno delle nozze Charlotte indossa per la prima volta l’imponente “diadema imperiale” del quale non è mai stata resa nota l’origine. Probabilmente, visto lo stile, potrebbe essere entrato nella collezione granducale nel 1844 quando la granduchessa Elisabetta Mikhaïlovna di Russia ha sposato il principe Adolfo duca sovrano di Nassau e futuro granduca del Lussemburgo, ma si tratta di congetture. La tiara, alta 17 centimetri e formata da oltre 1400 diamanti, è piuttosto pesante e per questo la granduchessa Joséphine-Charlotte – nuora di Charlotte – l’ha indossa solo raramente, a differenza della nuora Maria Teresa che, da quando ne è entrata in possesso, l’ha utilizzata spesso anche se con risultati non sempre esaltanti, come nel caso delle nozze svedesi del 2010. 

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Trentaquattro anni dopo un matrimonio unisce due dinastie vicine che fino a quel momento non si erano mai imparentate. Nel 1953 Joséphine-Charlotte del Belgio si unisce – molto controvoglia dicono i pettegolezzi – al granduca ereditario Jean del Lussemburgo. La sposa è la figlioccia della sua stessa suocera e come se non bastasse la sua bisnonna Maria Josè di Braganza è la sorella delle due nonne del suo futuro marito, Maria Antonia e Maria Pia di Braganza.

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Joséphine-Charlotte porta un abito molto romantico, un lungo velo e … due diademi, si due, entrambi splendidi. Nelle foto ufficiali la granduchessa ereditaria indossa una tiara di platino e brillanti creata da Henry Coosemans, regalo della Societé Générale de Belgique, una banca. Onde e palmette si rincorrono in questo gioiello elegantissimo e versatile perché la parte centrale – che contiene una pietra da 8,1 carati – può essere staccata e portata come spilla. 

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Il giorno della cerimonia Joséphine-Charlotte invece decide di utilizzare un altro regalo di nozze, uno splendido collier che si può trasformare in diadema. Realizzato da Van Cleef and Arpels con diamanti provenienti dal Congo belga; il collier-diadema è formato da una lunga serie di “baguettes” ed enormi brillanti. La scelta della giovane sposa dà il via ad una tradizione, una delle sue nuore Maria Teresa Mestre e poi le figlie Marie Astrid e Margaretha porteranno lo stesso gioiello. Stéphanie seguirà l’esempio della suocera?

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I due diademi, fra l’altro, sono ancora miracolosamente nelle casseforti della famiglia, perché nonostante la decisione – dopo la morte di Joséphine-Charlotte nel 2005 – di vendere gran parte dello scrigno della defunta per risolvere in modo indolore le questioni ereditarie, alla fine il granduca Henri, visti i commenti negativi dei lussemburghesi, ha fatto marcia indietro.

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Le nozze di Henri e Maria Teresa il 14 febbraio 1981, gli “sposi di San Valentino”. Lei porta un abito di Balmain e il diadema della suocera che nonostante le apparenze l’ha accolta malissimo e le farà la guerra. La granduchessa Joséphine-Charlotte avrebbe preferito una nuora proveniente da una famiglia reale o quanto meno dall’aristocrazia belga, Maria Teresa invece è borghesissima e la sua famiglia originaria di Cuba.  

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Missione compiuta invece con le due figlie che si trovano dei mariti nel ristretto giro dei royal. Marie-Astrid sposa nel febbraio del 1982 l’arciduca Carl-Christian d’Asburgo, uno dei numerosissimi nipote della ex imperatrice Zita. Anche per lei un abito molto romantico pieno di volants, in perfetto stile anni ’80, e soprattutto molto, molto accollato.

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Sei settimane dopo la sorella maggiore anche Margaretha va all’altare. Il suo neo marito è il principe Nicolas del Lichtenstein, figlio degli allora principi regnanti, Francesco Giuseppe e Gina.  

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Il collier-diadema delle spose lussemburghesi.

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L’ultimo figlio di Joséphine-Charlotte sposa invece una miliardaria con sangue reale. Sibylla Weiller è la nipote di un filantropo, mecenate e industriale francese il capitano Paul-Louis Weiller, personaggio mitico e, fra l’altro, anche eroe della Resistenza. Sua madre invece è donna Olimpia Torlonia dei principi di Civitella Cesi figlia di Alessandro Torlonia e della infanta Beatriz di Borbone, zia del re di Spagna. Fra i granduchi del Lussemburgo e la famiglia Weiller c’era già una vecchia amicizia - passavano le vacanze insieme nel Var – che questo matrimonio, celebrato a Versailles nel 1994, contribuisce a consolidare. Sibylla che indossa un abito di Valentino sceglie però di non portare il diadema.  

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Foto di gruppo per le nozze di Henri e Maria Teresa

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Foto di gruppo per Margaretha e Nicolas

 

 

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Nozze in Lussemburgo: il galà e i diademi

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Sfolgorante. Ecco si questo è l’aggettivo più indicato per definire la cena di gala che si è svolta la sera prima delle nozze. Mentre in Danimarca, Svezia e Norvegia le nozze pomeridiane prevedono un dress code da gran sera, con relativo sfoggio diademi e gli abiti lunghi, altrove – vedi in Benelux, Spagna e Inghilterra – i royal convolano di mattina con relativo sfoggio di cappelli e ballo o festa il giorno prima. Nel caso specifico delle nozze di Guillaume del Lussemburgo e Stéphanie de Lannoy la cena pre-wedding è stata particolarmente importante e tutte le signore invitate hanno tirato fuori dalla cassaforte i loro gioielli più belli. A qualcuna, meno fornita, sono venute in soccorso sorelle, cognate e suocere, ma alla fine il risultato è stato comunque splendido.

Ma andiamo con ordine, iniziando dalla sposa e dalla sua futura suocera. Entrambe in Elie Saab – abito quasi identico, un errore, una scelta precisa, lo stilistadopo tante commissioni reali non sapeva più che pesci prendere? – hanno sfoggiato due diademi che fanno parte del patrimonio familiare.

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La granduchessa Maria Teresa, madre dello sposo e padrona di casa, ha indossato un diadema di famiglia – non la sua, quella del marito – già visto in molte altre occasioni. Si tratta di un gioiello realizzato da Chaumet con perle e diamanti provenienti da un collier della granduchessa Charlotte, nonna di Henri, e può essere portato in diversi modi: come diadema con o senza perle, oppure sotto forma di “collier de chien”.  Tiara delle collezioni lussemburghesi anche Stéphanie, ma in questo caso si tratta di una classica composizione floreale che si addiceva molto sia al suo viso che alla pettinatura.   

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Alexandra del Lussemburgo, sorella dello sposo – e il giorno dopo damigella – ha utilizzato un piccolo diadema di brillanti, lo stesso che nel 2008 era stato prestato a Marie Christine d’Asburgo, figlia di Marie Astrid del Lussemburgo, ed anche questo proveniente dalla collezione granducale.

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Marie Astrid del Lussemburgo – sorella del granduca Henri, moglie dell’arciduca Carl-Christian di Asburgo e appunto madre di Marie Christine – ha abbinato questo elegante abito rosso fuoco ad una piccola tiara in brillanti e smeraldi appartenuta o comunque indossata dalla granduchessa Joséphine Charlotte.

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Rosso anche per l’altra sorella di Henri, la principessa Margaretha, moglie del principe Nickolaus del Lichtenstein, che porta una piccola fascia di acquamarine della collezione granducale.

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Il rosso decisamente è il colore favorito della signore lussemburghesi – che evidentemente non si sono consultate fra di loro – quella qui sotto è la contessa Diane de Nassau, seconda moglie di Jean, gemello di Margaretha e fratello minore del granduca Henri. Diane, nonostante la collezione dei Nassau sia assai ricca,  porta un diadema stranamente prestato dalla cognata Sybilla. Il motivo di questo prestito laterale? Mistero.

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C’è chi sostiene però che Diane non sia nelle grazie della granduchessa Maria Teresa la quale l’avrebbe quindi tenuta fuori dalla distribuzione delle tiare. Ad ogni modo il gioiello (qui sotto nella sua versione completa) è magnifico, si tratta di una tiara realizzata in uno stile tipico dell’Art Deco, quindi molto stilizzata, in una forma quasi architettonica, fatta di motivi geometrici e del tutto priva di volute e spirali, con pietre incastonate senza griffe. Due le ipotesi sull’origine di questo spettacolare diadema che è un regalo della famiglia Weiller a Sybilla quando ha sposato - nel 1994 a Versailles - il principe Guillaume del Lussemburgo, fratello minore di Henri. Il gioiello potrebbe essere stato acquistato per l’occasione, dai Weiller, Sybilla infatti è la nipote del ricchissimo e molto celebre comandante Paul Louis Weiller, miliardario, mecenate, collezionista, eroe della Resistenza francese. Ma non è escluso che sin tratti di un gioiello della famiglia materna. Olimpia Weiller è la figlia della infanta figlia Beatriz, moglie del principe Alessandro Torlonia principe di Civitella Cesi e a sua volta figlia di Alfonso XIII e della regina Vittoria Eugenia di Spagna. 

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Eccola Sybilla, bellissima, elegantissima, sempre molto chic e regale. Fra i suoi capelli c’è un diadema storico, composto da cerchi di brillanti all”interno dei quali sono appese delle gocce di acquamarina. Si tratta di un celebre gioiello appartenuto alla bisnonna e poi alla nonna la infanta Beatriz che lo ha fatto modificare notevolmente.

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Olimpia Torlonia, madre di Sybilla, si è sposata con questo diadema, privo però delle acquamarine.

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 Nella foto qui sopra, la regina Victoria Eugenia negli anni ’60 del Novecento, dietro a lei sulla sinistra Sofia di Grecia e sulla destra la figlia Beatriz con il diadema di acquamarine e un lungo collier in cui sono incastonate le stesse pietre. 

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La regina del Belgio (suo marito Alberto era fratello della granduchessa Joséphine-Charlotte) ha elegantemente riciclato un abito blu notte con puntini argentati già utilizzato una decina di anni fa. In testa una diadema storico, appartenuto alla nonna del marito, la regina Elisabetta. Si tratta di una piccola tiara geometrica la cui origine è molto incerta. Creata da Cartier o forse dal belga Altenloh è un regalo di re Alberto I del Belgio alla moglie Elisabetta in occasione delle loro nozze d’argento nel 1925; Elisabetta l’ha poi offerto ad Astrid per la nascita di Alberto, quindi Paola l’ha ricevuto in dono dal suocero, l’ex re Leopoldo III, in occasione delle nozze. Nel frattempo è stato portato anche dalla poco amata Lilian de Réthy, seconda moglie del re. I motivi del diadema, che può diventare un collier, sono delle E stilizzate in omaggio alla prima propietaria.

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Mathilde de Udekem d’Acoz l’ha portato il giorno delle sue nozze e anche la regina Paola lo indossa spesso, sia come diadema che nella versione collier.

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La duchessa di Brabante si è presentata alla cena di gala con un magnifico abito bluette. Fra i suoi capelli l’unico diadema che le appartiene in proprio. Si tratta di una piccola coroncina composta da una sequenza di foglie d’alloro di brillanti ed è un regalo fattole in occasione delle nozze nel 1999 dall’associazione della nobità belga.  Anche in questo caso il gioiello ha un doppio uso, diadema ma anche collier ed è in questa seconda versione che Mathilde l’ha portato a Londra per le nozze di William e Kate.

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Astrid del Belgio, con il marito l’arciduca Lorenz d’Austria-Este porta, come accade spesso, un diadema di proprietà della suocera l’arciduchessa Margherita, nata Savoia-Aosta, la quale lo ha ereditato dal padre Amedeo, duca d’Aosta.

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Claire del Belgio, moglie di Laurent figlio minore dei sovrani, è stata molto criticata per questo abito verde un po’ anni ’50 - certo che fra sorelle cognate si potevano coordinare meglio, o tutte in rosso o tutte in verde – mentre per quanto concerne la tiara anche qui mistero assoluto. Non è un gioiello familiare, non è la tiara delle nozze, c’è chi sostiene si tratti di un prestito frequente di qualche gioielliere visto che Claire l’ha indossata anche in altre occasioni.

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 S.A.R. la pricipessa Carolina di Hannover – anche nel sito del principato questo è il suo titolo perché lei è ancora la legittima consorte di Ernst August di Hannover - era a Lussemburgo in rappresentanza del fratello Alberto II. Fedelissima della maison Chanel, la principessa si affida ad occhi chiusi al mitico Karl e in effetti per l’abito scelto per la serata di gala è stupendo, complici anche i gioielli scelti per l’occasione. Fra i capelli Caroline porta un diadema realizzato da Cartier nel 1949 su commissione della nonna Charlotte che aveva fornito diamanti e perle.  I motivi di foglie e ghirlande sono costellati di brillanti e formano degli archi a cui sono appese nove perle a goccia. Il gioiello oggi è di proprietà di Alberto II, ma Carolina l’ha portato spesso.

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Come collier la principessa indossa un diadema trasformabile anche questo appartenuto alla nonna; si tratta di una fringe tiara, una tiara a frange, di gran moda alla fine del XIX secolo. Quasi tutte le famiglie reali e non possiedono un diadema di questo tipo, ispirato al copricapo tradizionale russo e diffuso dalle granduchesse Romanov. La fringe dei Grimaldi è stata un regalo di nozze fatto a Charlotte nel 1920 dal padre Luigi II di Monaco e oggi appartiene ad Alberto II.   

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Frige in versione tiara anche per Marie Chantal Miller – bellissima in Elie Saab ma lei con quel fisico si può metere tutto – ma il suo diadema è solo un prestito. Il gioiello appartiene alla figlia Marie Olympia ed è un regalo di nascita della nonna Miller. Marie Chantal ne ha l’uso fino a quando l’interessata che oggi ha 16 anni non sarà diventata adulta.  

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Anne Marie di Danimarca regina di Grecia, proprietaria – pro tempore – dei magnifici gioielli della dinastia ellenica, ha scelto di indossare in questa particolare occasione il diadema di sua nonna Margareth di Connaught, principessa erediataria di Svezia. E’ il famoso diadema del Khedivè che ha una storia molto romantica e la trovate qua

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Diadema storico anche per Mary di Danimarca che porta una parure ereditata dalla nonna di suo marito, la regina Ingrid, ma proveniente addirittuta dalla prima fidanzata di Napoleone, Désirée Clary, moglie del maresciallo Bernadotte poi re di Svezia. La regina Joséphine di Svezia, nuora di Désirée, ha poi regalato il diadema alla nipote Louise per le sue nozze con il futuro re Federico VIII di Danimarca. Louise l’ha offerto alla nuora Alexandrina moglie di Cristiano X che a sua volta l’ha passato ad Ingrid di Svezia, sposa di Federico IX. Ingrid, che porta in dote il resto della parure, farà ingrandire il diadema, uno dei suoi preferiti e  lascerà tutto l’insieme (comprensivo di spille, orecchini e collier) al nipote per la sua futura moglie. Mary a sua volta ha ulteriormente modificato il diadema e spesso porta separatamente i vari pezzi.

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Il leggerissimo diadema di Mette Marit - composto da 23 piccole margherite che hanno al centro un brillante e sono montate su una struttura di platino e oro giallo – è stato acquistato da re Harald V nel 2001 per essere offerto come dono di nozze alla futura nuora. Mette Marit infatti l’ha portato il giorno del matrimonio e poi molte altre volte in seguito. Con questo abito le dà un’aria molto anni ’20. 

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Il gioiello che dovrebbe essere del 1910 è apparso anche in un film, “Un marito ideale” tratto da una pièce di Oscar Wilde con Cate Blanchett e Ruppert Everet.

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Nonostate la famiglia reale svedese sia proprietaria di alcune straordinarie parure, la principessa ereditariaVictoria ha sorpreso tutti indossando un diadema nuovo. Forse è un regalo del marito per la nascita della loro bambina Estelle? 

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La bellissima Maxìma dei Paesi Bassi non finisce mai di sorprendere dopo – anzi prima – del fagiano, si è presentata alla cena di gala con un abito fiammeggiante oro e lamè argento e uno de più bei diademi della collezione reale, parte della fantastica parure di rubini creata dal parigino Mellerio nel 1888. Composta da un diadema, un collier, una spilla, un braccialetto, un “devant de corsage” e un ventaglio a cui la regina Giuliana aggiunse poi degli orecchini, è un regalo di re Guglielmo III alla giovane moglie Emma. La tiara che ha un grosso motivo centrale affiancato da altri due motivi più piccoli è stata spesso indossata dalla regina Guglielmina, figlia ed erede di Guglielmo III, e poi da Giuliana e Beatrice la quale però preferisce indossa separatamente i vistosi elementi.

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Margaretha principessa ereditaria di Romania – qui con il marito Radu – porta il diadema in stile greco della bisnonna, la regina Maria, nata principessa di Gran Bretagna. La regina lo acquista alla sorella Victoria Melita, moglie di un Romanov, rimasta senza risorse economiche dopo la fuga dalla Russia e qualche anno dopo lo regala alla nuora, Elena di Grecia, madre di re Michele e nonna di Margaretha. 

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Elena di Grecia regina di Romania con il figlio Michele

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Anna di Borbone Parma regina di Romania con il diadema stile greco. Anna è la figlia di René, uno dei fratelli di Felix nonno del granduca Henri.

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Il diadema indossato dalla regina Sonja è un regalo del principe di Galles, futuro re Edoardo VII, alla figlia Maud per le sue nozze, nel 1896, con il principe Carlo di Danimarca che nel 1905 diventerà re di Norvegia con il nome di Haakob VII. E’ una coroncina costituita da archetti incastonati di diamanti che sostengono tredici perle a forma di goccia. La parte centrale può essere staccata e portata come spilla.  Il gioiello, indossato salla principessa Martha Louise il giorno delle sue nozze, non è una proprietà della corona, ma appartiene al patrimonio privato dei sovrani e sopratutto non è l’originale, ma una copia identica. Nel 1995 il diadema di Maud è stato rubato nell’atelier dei celebri gioielleri Garrard di Londra a cui era stato affidato per una lucidatura. 

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Infine Sophie, contessa di Wessex – che secondo me è sempre più elegante e chic – ha indossato per la serata di gala un abito leggero e asimmetrico di Bruce Olfield (unico dubbio questo color terra) e una tiara probabilmente prestatale dalla regina. Si tratta di un gioiello non molto vistoso, formato da acquamarine e diamanti, regalato alla sovrana inglese durante una visita in Brasile.

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Londra, Buckingham Palace e i diamanti della regina

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Fa un certo effetto passare dallo splendore lussuoso delle stanze ufficiali a questo salone, tappezzato di nero e avvolto nella penombra. Ma lì nel buio quasi totale a parte le luci delle vetrine ed in religioso silenzio sono LORO i veri protagonisti assoluti. E lasciano senza fiato. Perché, al di là del valore intrinseco e decisamente incalcolabile, i diamanti di Elisabetta II simboleggiano il prestigio della nazione attraverso lo splendore dei suoi sovrani, da Giorgio IV lo stravagante Reggente (si proprio quello dello stile Regency di tanti quartieri londinesi) ad oggi. Il diamante, pietra perfetta, difficile da scalfire e preziosissima diventa così il simbolo tangibile della potenza, sono ornamento, ma anche asserzione di un’autorità che, a partire dalla regina Vittoria, non è solo puro e semplice esercizio di potere, ma anche sacro dovere.

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Per l’esposizione del giubileo – che sono riuscita a vedere, non mi sembra vero, ma ce l’ho fatta cinque giorni prima della chiusura – The Queen ha infatti tirato fuori dalla cassaforte reale alcuni pezzi emblematici che la rappresentano in quanto sovrana e nello stesso tempo sono legati in modo indissolubile a personaggi chiave della famiglia, dalla regina Vittoria a Mary la nonna della sovrana, severissima e austera, ma anche infaticabile accumulatrice di gioielli e soprattutto acquirente accorta in un’epoca in cui i Romanov in fuga e gli eredi dei regni cancellati dalla caduta dell’Impero tedesco vendevano i loro beni per due soldi.

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In mostra per la prima volta proprio nell’anno del giubileo di diamante durante la ormai tradizionale e molto attesa apertura estiva di Buckingham Palace, una raccolta di gioie personalissime e molto amate (in tutto c’erano qualcosa come 10 mila diamanti fra grandi, anzi enormi, e piccoli) dalla sovrana che però fanno anche parte dell’immaginario collettivo. Come il diadema delle “Girls” che, da qualche decennio, Elisabetta indossa nel ritratto riprodotto sulle banconote o il “diamond diadem” uno dei preferiti della regina Elisabetta.”Si tratta di un gioiello molto familiare – spiega la curatrice della mostra Caroline de Guitaut – creato per l’incoronazione di re Giorgio IV, nel 1821, è legato all’attuale sovrana, perché lei l’ha indossato nel percorso da Buckingham Palace all’abbazia di Westminster nel giorno dell’incoronazione, nel 1953, e lo indossa ogni anno all’apertura del Parlamento. È così familiare da comparire nei ritratti della regina e persino sui francobolli”.

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La parte del leone l’ha fatta ovviamente il celebre Cullinan con tre spille, il pendente di un collier e un anello nel quale è stata incastonata la più “piccola” (4.4 carati) delle nove pietre ricavate dal blocco originario. Ma anche per i diademi, il kokoshnik della regina Alexandra e la Delhi Durbar c’è una sola parola: S-T-U-P-E-N-D-I. Sono fatti per impressionare, riflettere la luce, abbagliare chiunque si trovi nelle vicinanze. Il diadema non è l’unico gioiello raro in esposizione: c’è anche la corona di diamanti appartenuta alla regina Vittoria, nonché la collana indossata per l’incoronazione dalla regina Alessandra nel 1901, dalla regina Mary nel 1911 e da Elizabeth, futura Queen Mum, nel 1937.

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Emozionante? Si, senza dubbio per la magnificenza, per la bellezza, per il fatto di poter guardare da vicino – si vabbè dietro ad una vetrina blindatissima – gioielli normalmente visti indosso alla regina**.  In più c’è sempre la suggestione di un palazzo che è la casa di Elisabetta II, dove lei vive e riceve gli invitati di riguardo visto che uno dei ruoli della sovrana è proprio quello dell’ospitalità che riveste una funzione diplomatica importante. Buckingham Palace è aperto – da venti anni esatti – solo poche settimane all’anno, ma un tour audioguidato nella dimora privata della regina, vale assolutamente la pena. Gli State Appartements sono non solo magnifici, ma anche facilissimamente riconoscibili da chi ama il genere “royal”. Insomma non dico che vi sentirete a casa, ma quasi.

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Il corridoio lungo il quale sono passati The Queen e James Bond nella celebre videoclip è quello tappezzato dai ritratti di famiglia (fra cui la tela di Winterhalter con la giovane regina Vittoria con Alberto e cinque dei loro figli visibile sulla destra), l’ingresso principale che ha fatto da sfondo a tante spose in procinto di scendere dalla loro carrozza nuziale, la scalinata con appesi al muro molti volti noti, Hannover e Sassonia Coburgo. E poi la sala da ballo, il salone del trono, famoso perché sfondo alle foto ufficiali con gli sposi reali, i mobili che evocano stili ed epoche, i regali degli ospiti celebri esposti con nonchalance sui tavoli e i trumeau, le sale ognuna in un colore diverso con oggetti e tappeti rigorosamente abbinati, uno sfarzo spesso esagerato che però non infastidisce. Dalla regina ci si aspetta questo, la regina deve essere regale. Ma il bello è che ovunque la sensazione è quella appunto di una casa vissuta e non di un museo congelato nel ricordo del passato glorioso. Qui ci si abita e quella, si quella là – indica la voce dell’audioguida – è la porta segreta che conduce agli appartamenti privati e grazie alla quale la regina può “materializzarsi” nel salone pieno di ospiti. Piccolo coup de theâtre di una anziana signora che, come ampiamente dimostra il video con Bond-Craig, ha anche un notevole senso dell’umorismo.     

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Volete saperne di più sui diamanti in mostra? Bene allora restate connessi, un post dedicato è in arrivo nei prossimi giorni, e mentre aspettate attesa la storia del Cullinan e dei “chips” di Mary è qua.

 * I gioielli della Corona – le “regalie” – sono sempre alla Torre di Londra con l’inevitabile contorno di turisti vocianti, corvi inquietanti e fila interminabile, il tutto a 18 sterline circa. Meritano una visita, ma preparatevi spiritualmente :)  

 ** persino l’esimio mio consorte si è entusiasmato e si che a lui i diamanti interessano quanto a me la Juve :)

NB Le immagini dei gioielli e delle stanze, purtroppo, sono solo quelle ufficiali, perché all’interno di Buckingham Palace è vietato fare foto e riprese video. Privacy e sicurezza prima di tutto e i custodi seminati in gran numero qua e là non transigono. Vietato anche tirare fuori dalla borsa il cellulare per leggere un sms. Le foto che seguono sono mie e si vede :)

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Mi piace arrivare da questo lato – venendo con la metro da Bayswater che è la fermata più vicina al nostro hotel. A Londra sono stata solo tre volte (la prima con la persona sbagliata quindi non conta) ma ho già preso delle abitudini e sono un po’ preoccupata, mi sta piacendo quasi più di Parigi.

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Bello anche con il tempo un po’ così… e più suggestivo chessò di Versailles per esempio (ommioddio che cosa sto scrivendo…?!?!) perché non è un museo, ma una casa.

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In formato very turista – giacca husky da battaglia che non trovavo più causa trasloco, borsa di Mary Poppins a tracolla che la mia amica Giulia disapprova con tutte le sue forze ma io trovo così pratica e soprattutto, dato il clima, impermeabile – e very happy!

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Il retro di Buckingham e il parco dove si svolgono i famosi garden party e che è in parte percorribile, dopo una immancabile sosta allo shop…

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Dopo l’omaggio alla regina questa è la mia attività preferita a Londra, dar da mangiare agli scoiattoli  (e in mancanza quando ci sono cani in giro, perché cani britannici sono cacciatori of course, anatre, papere, cigni e altri volatili)  i quali, ho scoperto, non amano né i croissant, né il pane che amorevolmente rubo ogni mattina al breakfast. Ok mi organizzerò con le noccioline. Avete idea se Ryanair fa passare la frutta secca nel bagaglio a mano ;) ?

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La Oyster Card dello scorso anno non ce la siamo portata dietro perché credevamo fosse scaduta – e invece vale per sempre – così ne abbiamo fatta una nuova a Liverpool Station appena sbarcati dal trenino (trenino, mi raccomando, lasciate perdere i bus che ci mette un secolo) che avevamo preso a Stansted. Stupenda, vero? E’ appoggiata su un bicchiere di birra debitamente scolato perché, nonostante io beva solo acqua (e un po’ di vino, se buono e se c’è un’occasione speciale) a Londra mi accade di assumere liquidi praticamente solo sotto forma di birra. Aiuto….

Ho ancora un paio di foto da scaricare… bellissime :)

Ah ho scoperto di amare Londra oltre che per la presenza della regina, degli scoiattoli, dei parchi, anche per i musical. Questa volta siamo andati a vedere Mamma Mia e dal bellissimo teatro Ivor Novello a Covent Garden siamo usciti cantando e ballando. Non dico altro. 

nei link che qui sotto le foto ufficiali e alcuni video.  

http://www.royalcollection.org.uk/exhibitions/summer-opening-of-buckingham-palace-diamonds-a-jubilee-celebration

 http://www.youtube.com/watch?v=xNZ_DRahMSo&feature=related

 http://www.tmnews.it/web/sezioni/videonews/20120629_video_15413280.shtml

http://www.youtube.com/watch?v=jUH8hL3i_kM (per questo link ringrazio Laura) è un documentario della BBC e fa parte di una serie sui palazzi reali, molto interessante.

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Londra, Buckingham Palace e i diamanti della regina – II

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NPG x125851; Queen Elizabeth II

Vedere da vicino una parte – significativa – dei diamanti della collezione privata di Elisabetta II * è stato emozionante e non solo per l’incalcolabile valore delle pietre e il loro inarrivabile splendore, ma anche per le storie che ognuno di loro racconta. Eccone una selezione.

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Victoria ritratta da Winterhalter nel 1859 con indosso la fringe brooch completa

Victoria’s Diamond Fringe Brooch

Questa spilla era la parte centrale di un “ornement de corsage” creato da Garrard (secondo un modello molto in voga negli anni ’50 dell’Ottocento) a partire da alcune pietre prelevate da un impressionante gioiello offerto nel 1856 alla regina Vittoria da Abdul Med sultano di Turchia in occasione del trattato che pone fine alla guerra di Crimea. Ad un grosso diamante taglio “cuscino” circondato da piccoli brillanti e da un secondo giro di 12 grossi brillanti in fiore centrale il gioielliere di fiducia della casa reale sospende nove lunghe frange sempre di diamanti, poi aggiunge – ai due lati del fiore – due lunghe “catene” ancora di diamanti bordate a cui sono attaccate altre frange realizzate con le stesse pietre. La spilla veniva puntata nella parte centrale del corsetto, mentre le catene arrivavano a decorare il décolleté fino alle spalle. Ma all’epoca era decisamente raro che un gioiello restasse identico nel corso degli anni; anche chi poteva permettersi di acquistarne di nuovi, spesso faceva modificare quelli già in suo possesso, magari cambiando le montature e aggiungendo dei dettagli per adattarli alla moda ed allo stile degli abiti in continua evoluzione. E anche questo sontuoso “ornement” non sfugge al suo destino perché le crinoline sono passate di moda e i “corsage” hanno forme molto diverse. Inoltre la regina Vittoria, in gramaglie strette dalla morte dell’amato Alberto nel 1861, indossa solo gioielli cosiddetti “da lutto” e questo è davvero troppo vistoso. Così quando c’è bisogno di recuperare dei brillanti per fabbricare ex novo una coroncina le frange vengono sacrificate. La parte centrale però resta intatta e passa alla nuora di Vittoria, la regina Alexandra e poi a Mary, quindi a Elisabetta la Queen Mum che la indossa nel 1953 il giorno dell’incoronazione della figlia. Alla morte di Queen Mum nel 2002 la Victoria’s Diamond Fringe Brooch arriva nelle mani di Elisabetta II che la porta per la prima volta, non a caso, in occasione di un banchetto offerto al presidente della Turchia.

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La regina Elisabetta fotografata da Beaton con la fringe brooch

Fringe 

la fringe brooch

Victoria 

Queen Victoria’s Small Diamond Crown

Dopo dieci anni di lutto stretto, solitudine e isolamento, Vittoria si fa convincere a riapparire in pubblico nelle vesti e con tutto lo splendore di una sovrana. La regina però non abbandona gli abiti neri, li rende solo un po’ meno lugubri, aggiunge qualche pizzo, si mette in testa un velo bianco da vedova ed è disponibile a pararsi di qualche gioiello, il collier dell’incoronazione e una corona, molto regale, ma anche molto piccola e leggera. Purtroppo però nella sua cassaforte privata di piccole corone non ce ne sono, perché quella della regina Charlotte, sua nonna moglie di Giorgio III, dopo anni di battaglie legali, è stata restituita allo zio re di Hannover. Vittoria quindi ne ordina una nuova al solito Garrard a cui affida i diamanti provenienti da altri gioielli fra cui, appunto, le “frange”. La coroncina diventerà famosa perché è con essa che Vittoria appare nei francobolli e in molte immagini ufficiali della seconda parte del suo regno. Con 1187 diamanti incastonati in una armatura d’argento Garrard crea un gioiello piccolo – meno di 10 cm di diametro – leggero ed elegante, decorato con i simbolici araldici dei re inglesi.  La regina lo indossa per la prima volta il 9 febbraio 1871 per l’apertura del Parlamento e poi in molte altre occasioni, fra cui i suoi giubilei. Poi sarà utilizzata dalla regina Alexandra e dalla regina Mary, ma alla fine degli anni ’30 Giorgio VI la fa trasferire alla Torre di Londra insieme ai gioielli dell’incoronazione, benché non sia mai stata usata per questa cerimonia.

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Victoria nella foto ufficiale del suo giubileo d’oro del 1887

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La regina Alexandra con la piccola corona della suocera 

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Coronation Necklace and Earrings

Il collier dell’incoronazione, uno dei più celebri della collezione reale, deve anch’esso la sua nascita al fatto che nel 1857 Vittoria è costretta a restituire allo zio tutta l’eredità legata al regno di Hannover. Se ne vanno anche tutti i diamanti della nonna Charlotte e quindi la regina per “consolarsi” della perdita si fa realizzare un nuovo collier con le pietre smontate da alcune decorazioni e armi dello zio Giorgio IV. Le gocce, quella centrale e le due degli orecchini (che sono montante in platino, mentre i diamanti del collier hanno una montatura di argento) invece vengono da un gioiello indiano appartenente al mahraja del Punjab. Ai tempi di Vittoria il collier era lievemente più lungo, ma a Elisabetta II piacciono i girocollo e così lo ha fatto accorciare, oggi è composto da “solo” 25 enormi diamanti (i nove centrali vanno da 8,25 a 11,25 carati) più la goccia. Non è un gioiello personale della regina, ma appartiene alla collezione reale.  

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Il collier dell’incoronazione e gli orecchini

 

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Queen Alexandra’s Kokoshnik

Nell’Ottocento dalla sfarzosa corte degli zar sono arriva la moda dei diademi a forma di kokoshnik che sarebbe il copricapo a forma di aureola delle contadine russe. La principessa di Galles, futura regina Alexandra, adora quello della sorella la zarina Maria e quando nel 1888 le signore dell’altra aristocrazia britannica decidono di farle un dono in occasione delle sue nozze d’argento, lei sceglie proprio questo modello. La Queen Alexandra’s Kokoshnik Tiara è composta da 488 diamanti che il gioielliere di corte Garrard monta su 61 “barette” di platino che da quella centrale leggermente più alta scendono a gradazione da una parte e dall’altra. L’effetto è quello di un’unica striscia di luce che incorona la testa brillando quasi di luce propria. Alexandra lo porta leggermente aperto, Mary che lo eredita alla morte della suocera lo ritrasforma in aureola. La tiara passa poi a Elisabetta che lo indossa spesso ad esempio nella foto ufficiale del suo giubileo d’oro nel 2002.

Girls

Girls of Great Britain and Ireland Tiara

Quando il duca di Clarence, figlio maggiore del principe di Galles, muore improvvisamente Mary di Teck vede sfumare la sua speranza di diventare regina, ma qualche mese dopo è il fratello minore nuovo erede in seconda a farsi avanti e nonostante le lacrime appena asciugate la proposta viene subito accolta con entusiasmo. I due si sposano il 9 luglio 1893 e proprio grazie ai doni di nozze la giovane principessa inizia quella che diventerà la collezione di diamanti più celebre e ricca della casa reale inglese. Mary riceve in tutto 88 gioielli, cioè 26 braccialetti, 44 spille, 15 collier e 3 diademi fra cui quello delle “ragazze inglesi”. In vista del matrimonio reale infatti lady Eva Greville si fa promotrice di un comitato il cui scopo è raccogliere dei fondi da destinare all’acquisto di un gioiello per la futura regina. La cifra messa insieme è ragguardevole, ma delle 4600 sterline ne vengono spese solo 1600 e il resto, per decisione della stessa Mary, è devoluto alle vedove e agli orfani dei marinai morti in un naufragio di una nave della flotta inglese. Anche puntando al risparmio il diadema scelto nell’atelier di Garrard è davvero stupendo con i suoi festoni di diamanti sormontati da 13 grosse perle a goccia e la base costituita da un bandeau a losanghe. Nel 1914 Mary fa togliere le perle (che vengono usate per la Lover’s Knot Tiara prestata negli anni ’80 del Novecento a Diana) e le sostituisce con altrettanti grossi brillanti. La regina, che adora i gioielli, ha l’occhio esperto, senza le perle sulla sommità la tiara delle Girls è molto più elegante e leggera. Sempre in quegli anni inoltre la sovrana fa staccare il bandeau che può così essere portato separatamente. Nel 1947 l’anziana sovrana regala il suo diadema preferito alla nipote in occasione delle nozze, ma dimentica di dirle che base e tiara fanno parte dello stesso gioiello così rimangono separati, anche nell’esposizione dei doni di nozze. Elisabetta non ha mai nascosto la sua passione per il diadema di Granny, così leggero ed elegante, e lo porta spesso. Nel 1969 il bandeau viene definitivamente fissato alla base e la tiara torna nella sua forma originaria. Il diadema delle Girls è strettamente legato all’immagine di Elisabetta II che non solo lo indossa spesso, ma è quello con cui è stata ritratta sulle banconote e su alcune monete.

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Mary con la tiara delle “Girls” nella sua versione originale

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La tiara chiusa a coroncina

I gioielli – ed in particolare i diamanti – giocano un ruolo determinante dell’affermazione dell’immagine pubblica di Mary, duchessa di York, poi principessa di Galles e infine nel 1910 regina consorte di Giorgio V. Mary non solo apprezza enormemente le pietre, ma diventa una esperta della materia e soprattutto capisce in fretta l’importante del loro ruolo cerimoniale nella vita della monarchia. I diamanti rappresentano lo splendore della dinastia e di conseguenza del regno.

Alla sua prima apertura del Parlamento come regina – nel febbraio del 1911 – indossa uno dietro l’altro i Cullinan I, II, III e IV. Sono tutte pietre enormi, ma le prime due davvero immense e finiranno con essere incastonate nelle “regalia”, lo scettro e la corona dell’incoronazione. Due anni dopo, tanto per far capire al poco simpatico kaiser Guglielmo II – cugino di Giorgio V – che l’Inghilterra è sempre una grande nazione, Mary invitata alle nozze di Victoria Luisa di Prussia si presenta a Berlino parata con sette Cullinan (il I e il II ormai sono alla Torre di Londra), il collier dell’incoronazione e il Diamond Diadem.   

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Mary nel 1911 con i Cullinan I, II, III e IV

 I Cullinan

Dal Cullinan, l’enorme diamante da 3106 carati trovato in Sudafrica nel 1905, gli Asscher, celebre dinastia di tagliatori, ricavano in tutto nove pietre che vengono identificate con i numeri romani. I due pezzi più spettacolari, i Cullinan I e II (530 carati dal taglio a goccia e 317 dal taglio a cuscino) sono incastonati rispettivamente nello scettro e sul bandeau della corona che Elisabetta indossa ogni anno all’apertura del Parlamento, gli altri sono divisi su vari gioielli. Il Cullinan III e il Cullinan IV oggi sono una spilla – che Elisabetta ha indossato il 5 giugno per il Te Deum del Giubileo – ma la regina Mary la precedente proprietaria li ha portati sia sulla Delhi Durbar Tiara che come pendenti di una collana e devant de corsage. Gli altri sono variamente distribuiti.

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Il Cullinan V

Il Cullinan V è un cuore da 18,8 carati incastonato al centro di una spilla in platino circondato da una raggiera di platino a sua volta chiusa da una corona di brillanti. La montatura del Cullinan V è molto versatile e insieme al Cullinan VIII, un diamante tagliato a cuscino del peso di 6,8 carati sempre montato in platino con raggi e brillanti di contorno, fa parte originariamente dell’enorme “devant de corsage” o “stomacher” realizzato per Mary con gli smeraldi Cambridge. Nel 1925 la moglie di Giorgio V eredita dalla suocera, la regina madre Alexandra, il Cullinan VI una magnifica “marquise” del peso di 11,5 carati che diventa il pendente del Cullinan VIII. Nel gruppo c’è anche un’altra “marquise” più piccola, il Cullinan VII che pesa “solo” 8,8 carati e diventa il pendente del collier di diamanti e smeraldi Cambridge. Per finire il Cullinan IX dal taglio a goccia per 4,4 carati finisce in un anello, montato nel 1911 per la regina Mary.

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I Cullinan III, IV e VII

Quando nel 1910 muore, a soli 40 anni, Francis di Teck uno dei fratelli di Mary i parenti ed in particolare la sorella regina, scoprono con enorme sgomento che il defunto ha lasciato  all’amante, la contessa di Kilmorey tutti gli smeraldi ereditati dalla madre. Mary Adelaide di Teck era la figlia di Adolfo duca di Cambridge a sua volta ultimogenito di re Giorgio III, il nonno della regina Vittoria. Scandalo e disappunto, le pietre sono davvero splendide ed hanno un grande valore affettivo. La neo sovrana, che già possiede diversi gioielli della madre e della prozia duchessa di Gloucester, è particolarmente legata a questi preziosi ricordi della “vecchia” famiglia reale. Quindi essendo una donna tenace, soprattutto quando si tratta di mettere le mani su dei gioielli, Mary avvia delle trattative che durano mesi, ma alla fine gli smeraldi sono suoi e li affida a Garrard il quale realizza, in vista del Delhi Durbar, una bellissima parure composta da diadema, collier e corsage. 

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Delhi Durbar Tiara

Il Delhi Durbar – in pratica l’incoronazione dei sovrani a imperatori delle Indie – è l’occasione perfetta per ordinare un’altra splendida tiara che non deve assolutamente far sfigurare la regina-imperatrice davanti allo scintillio delle gemme delle maharani. Così nel 1911 il gioielliere di fiducia della casa reale crea un diadema che è quasi una corona, un cerchio chiuso alto quasi 15 cm e composta da volute tempestate di diamanti a forma di lira e di S, unite da festoni. Per completare l’opera sulla cima del diadema vengono montate alcune gocce di smeraldo della famosa eredità Cambridge. Undici anni dopo gli smeraldi vengono eliminati e la regina prende l’abitudine di usarli – in alternanza con le perle – sulla tiara che ha acquistato dalla granduchessa Maria Vladmirovna Romanov. Ma così la Delhi Durbar doveva sembrare troppo “semplice” alla regina che ci fa aggiungere il Cullinan III sulla sommità e il Cullinan IV nella parte centrale. Nel 1946 Mary presta la tiara alla nuora Elisabetta moglie di Giorgio VI, in occasione del viaggio in Sud Africa, e a lei rimane; alla sua morte del 2002 Elisabetta II eredita anche questo diadema e nel 2005 lo presta alla duchessa di Cornovaglia. 

Della parure fanno parte anche il Delhi Durbar Necklace formato da 8 smeraldi cabochon, sempre della serie Cambridge, sei grossi brillanti e 94 piccoli e l’impressionante Delhi Durbar Stomacher composto da sette smeraldi Cambridge (sei cabochon e una enorme goccia) più le due spille con i Cullinan V e VIII.

Nel corso della sua lunga vita Mary riesce a mettere insieme una collezione impressionante anche facendo qualche buon affare. Gli anni sono propizi, i Romanov in fuga dalla Russia rivoluzionaria svendono quello che sono riusciti a portarsi dietro e la regina acquista diversi oggetti preziosi. Altri li fa confezionare ex novo, modificando gioielli di sua proprietà o ereditati dalla suocera o dalla nonna del marito, per seguire le mode e le tendenze dell’epoca. Di tutto questo la regina tiene accuratamente nota catalogando – e facendo fotografare – le sue proprietà e scrivendo passaggi e modifiche effettuate. Appassionata ma non gelosa, Mary sarà molto generosa con le nuore, a cui offrirà parte del suo preziosissimo scrigno, e con la nipote futura regina destinataria dei gioielli storici. 

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Il Delhi Durbar Tiara con i Cullinan III e IV

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Il Delhi Durbar Tiara indossato dalla duchessa di Cornovaglia

Greville

Greville chandelier earrings

Questi orecchini in stile déco sono stati realizzati da Cartier per lady Margaret Greville nel 1929 la quale li lascia in eredità (insieme alla tiara, a due splendidi collier e a molti altri gioielli) alla regina Elisabetta, moglie di Giorgio VI e madre dell’attuale sovrana. Nel 1947 la futura Queen Mum li offre alla figlia come regalo di nozze e da allora Elisabetta li ha indossati spesso. Imponenti e magnifici questi orecchini a “chandelier” sono formati da diamanti di tutte le forme e tagli: brillante, pera, baguette, princesse, trapezio, mezzaluna, smeraldo.

 Greville peardrop earrings

Anche queste due straordinarie gocce di diamante, sospese a diamanti di taglio triangolare e smeraldo, vengono dall’atelier parigino di Cartier e fanno parte dell’eredità Greville. Le gocce pesano rispettivamente 20,66 e 20,26 carati e alla morte di Queen Mum sono stati ereditati da Elisabetta II. 

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Williamson Pink Diamond

Al centro di questa giunchiglia di brillanti creata da Cartier nel 1953 c’è quello che viene considerato uno dei più bei diamanti rosa esistenti al mondo. Si tratta di una gemma del peso di 26,3 carati ed è un dono del geologo canadese John Williamson – proprietario della miniera Mwadui in Tanganika – alla principessa Elisabetta per le sue nozze nel 1947. Il fiore è formato da diamanti taglio brillante, baguette e marquise.

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* in mostra l’estate scorsa a Buckingham Palace nell’ambito delle celebrazioni per il Giubileo di Diamante di Elisabetta II.

Qui il video ufficiale dell’esposizione, qua invece la presentazione alla stampa

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Fonti:

H. Roberts The Diamonds Queen’s Royal Collection Pubblication, Londra 2012

L. Field The Queen’s Jewels Harry n. Abrams, New York 1987

Copyright foto: The Royal Collection

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Quale sarà il diadema della regina Maxima?

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Diamanti, perle, zaffiri o rubini? Per Maxima non deve essere stato semplice scegliere, perché come futura regina dei Paesi Bassi in tutte e quattro le categorie ha davvero solo l’imbarazzo della scelta. Sul diadema che la bella argentina, che dal 2002 è la moglie del principe ereditario, indosserà il prossimo 30 aprile per la cerimonia dell’insediamento del nuovo re Willelm Alexander, il mistero è totale, ma di sicuro Maxima ci stupirà ancora una volta, con il suo stile, il suo fascino e i suoi gioielli. Willelm Alexander, primo uomo sul trono dopo 123 anni di regni matriarcali, sarà sobrio come si confà a un elegante giovin signore: frack con cravatta e gilet bianco e sulle spalle il sontuosissimo mantello di velluto cremisi bordato di ermellino creato 170 anni fa per l’antenato Guglielmo II. Davanti al nuovo sovrano, su un tavolo, saranno disposti i pochi gioielli ufficiali della corona olandese: una corona in argento dorato e pietre (finte), lo scettro e il globo. Tutto qua. Allo sfarzo simbolico ci penserà Maxima che indosserà – si spera, ma la cerimonia ufficiale è prevista per il pomeriggio quindi ci sono buone probabilità – uno dei magnifici diademi della casa reale, ma quale?

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Le Regalie dei regno dei Paesi Bassi

L’ultima regina consorte ad aver partecipato alle cerimonie per l’intronizzazione del marito è stata la prima moglie di Guglielmo III, Sofia, nel 1849, ma non ci sono immagini dell’evento. Quando è toccato alle regine, Juliana e Beatrice, solo Wilhlemine e Beatrice sono apparse in diadema, mentre Juliana ha scelto come ornamento una parure (collier, orecchini, braccialetti e devant de corsage) di rubini e diamanti.

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La giovane regina Wilhelmina con il manto di ermellino

Maxima, che come noto ama moltissimo i gioielli e approfitta spesso del favoloso scrigno della suocera, ha diverse opzioni e molto probabilmente porterà una delle tiare che fino ad oggi sono state in uso esclusivo della regina. Un segnale insomma, un passaggio delle consegne non solo virtuale, ma anche concreto. In genere la regina vedova – la douarière – passava più o meno volentieri alla nuora o alla nuova regina consorte, tutti i gioielli importanti, simbolo stesso della regalità e le cronache (e i pettegolezzi di corte) raccontano spesso con dovizia di particolari, di trasferimenti non proprio immediati, di liti, ripicche e discussioni (celebre quella fra la zarina vedova Maria Feodorovna e la zarina Alessandra, madre e moglie di Nicola II) a non finire. Al di là del loro valore intrinseco e, spesso, decisamente incalcolabile, i gioielli reali simboleggiano il prestigio della nazione, sono l’emblema tangibile della potenza, sono ornamento, ma anche asserzione di un’autorità che non è solo puro e semplice esercizio di potere, ma anche sacro dovere. Sofia di Spagna, una regina sempre molto attenta agli aspetti simbolici e di “rappresentazione” del suo ruolo, non ha mai indossato il diadema – da lei considerato segno della regalità – fra l’assunzione al trono nel novembre del 1975 e l’approvazione della nuova Costituzione.

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Le opzioni sono diverse anche perché oltre all’aspetto puramente storico e dinastico, mi sono anche dei motivi sentimentali. Una delle scelte della futura regina potrebbe essere la TIARA CON I BOTTONI DI PERLE, un diadema di perle e diamanti che è il risultato di molte trasformazioni e ha per lei un doppio valore affettivo perché è parte della sua tiara nuziale ed è lo stesso ornamento usato dalla suocera per la sua intronizzazione nel 1980. La base, formata da una ghirlanda a festone posata su un bandeau di diamanti (che secondo alcuni è quello che rimane di un gioiello appartenuto alla principessa Sophia del Wurtemberg moglie del futuro re Guglielmo III, ma non sembra corrispondere del tutto) e le cinque punte sono decorate da altrettanti motivi con fiori di diamanti formati da una perla mabé e circondata da petali di brillanti, il tutto a formare una margherita. I bottoni sono in effetti delle spille, provengono dall’eredità della regina Sophia, prima moglie di Guglielmo III e Wilhelmine le usa spesso come tali. Negli anni ’50 del Novecento probabilmente la regina Juliana decide di farli diventare l’ornamento di una tiara che appare per la prima volta nel 1966, indossata dalla suocera la principessa Armgard di Lippe, in occasione della festa la sera prima del matrimonio di Beatrice. L’anno dopo la sorella minore di Beatrice, la principessa Margriet, porterà il diadema il giorno delle sue nozze.  Nel 2002 Maxima chiederà di sostituire i bottoni con cinque stelle di brillanti per indossare il diadema con il suo abito da sposa, ma in seguito porterà il gioiello anche nella versione con le perle.

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Il giorno delle sue nozze Maxima indossa la base della tiara, sostituendo ai bottoni di perle cinque stelle di brillanti che fanno parte dello scrigno reale e sono sempre state portate come ornamento per i capelli o come spille.

Maxima invece non ha mai indossato la TIARA WÜRTEMBERG o TIARA DI PERLE E DIAMANTI di cui, fino ad oggi, Beatrice si è riservata l’uso esclusivo anche perché si tratta del diadema delle sue nozze. Imponente e sontuosissima ha un’origine non molto chiara, forse è stata offerta come dono di nozze dallo zar Alessandro I di Russia alla sorella Anna Pavlovna in occasione del matrimonio, nel 1816, con il principe ereditario dei Paesi Bassi, futuro Guglielmo II. Più probabilmente la versione originale di questo diadema risale al 1839 e viene realizzata a Stoccarda dal gioielliere Khun per essere offerta dal re del Würtemberg alla figlia Sophia che sta per sposare il futuro Guglielmo III. Alla morte della regina i suoi gioielli passano al figlio Alexander che però non salirà mai al trono perché premuore al padre lasciando tutto alla sorellastra la futura regina Wilhelmine. Nel 1897, in vista del suo insediamento uffiiciale come sovrana al compimento dei diciotto anni, Wilhelmine fa rielaborare questo splendido gioiello che con i suoi archi acuti, le sue punte e le sue volute, risente del gusto per il neo gotico e lo porta nella sua prima foto ufficiale. Il diadema può essere indossato in quattro modi diversi: con 11 perle a goccia su altrettante punte, con 5 o 6 perle sempre a goccia o rotonde sulle punte o fra l’uno e l’altro degli archi, oppure senza perle aggiuntive. Juliana porterà poche volte questa tiara che invece è una delle preferite di Beatrice tanto da sceglierla (completa di tutte le sue undici perle) il giorno delle sue nozze per fermare un ricco e vaporosissimo velo di tulle. Negli ultimi hanno la regina l’ha portata più spesso senza per aggiunte.

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Anche la TIARA MELLERIO, fino ad oggi indossata solo dalle regine in carica, potrebbe essere una delle possibili scelte di Maxima per il giorno dell’intronizzazione. Realizzata nel 1881 dal parigino Mallerio detto Meller (celebre fornitore delle case reali) questo favoloso diadema in cui sono incastonati 655 diamanti sudafricani è il pezzo forte di una straordinaria parure di zaffiri e diamanti offerta alla giovane regina Emma dal marito re Guglielmo III di cui fanno parte, oltre alla tiara, un collier, un devant de corsage e due braccialetti. Il diadema, realizzato su un disegno del 1867 di un altro gioielliere francesem Oscar Massin, ha una base formata da 30 zaffiri del Cachemire, incastonati al centro di motivi romboidali e separati tra loro da fiori di giglio stilizzati in diamanti. Il motivo centrale, removibile, composto da un grande zaffiro taglio cuscino, circondato da diamanti e da due altri zaffiri più piccoli, era una spilla appartenuta, pare alla regina Anna Pavlovna. Sormontata da un fiore di giglio che termina con tre grandi solitari, la tiara ha una particolarità: la fila dei motivi romboidali è sormontata da sottili steli realizzati con la tecnica delle papilles tremblantes. Questi steli a loro volta hanno sulla punta ventotto enormi solitari che tremano al minimo movimento della testa creando un effetto molto particolare. La regina Emma lascia la preziosa parure direttamente alla nipote Juliana, la regina Wilhelmina dunque non porterà mai il diadema, ma considerandolo troppo pesante verso il 1928 fa sostituire la montatura in oro con una più leggera in platino. Juliana e Beatrice invece useranno spesso questo magnifico ornamento, ma la seconda eviterà di indossare insieme tutti i pezzi della parure. Nel 2004 Mabel Wisse Smit per le sue nozze con Johan Friso, secondo figlio di Beatrice, indossa una versione semplificata e ridotta della tiara di zaffiri e diamanti. Mellerio ha fornito anche una “armatura” più piccola e leggera, una specie di scheletro al quale possono essere incastonati singoli brillanti in gradazione a formare un gioiello piccolo, elegante e semplicissimo.

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E infine ultima, ma non certo per importanza, ecco la TIARA STUART, forse la più prestigiosa e imponente di tutta la collezione olandese, che deve il suo nome a un enorme diamante a goccia che ne ormai la sommità.

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Il diadema è infatti costruito proprio intorno a questa pietra incredibile che pesa quasi 40 carati (39.75 per essere precisi) dal colore azzurrino abbastanza raro, specie alla fine del XVII secolo quando viene tagliato montato per lo stathouder Guglielmo d’Orange il quale, nel 1690, lo offre alla moglie Mary Stuart. L’anno prima Mary, una delle figlie di Giacomo II, era diventata regina d’Inghilterra quando la “Gloriosa rivoluzione” caccia il padre. Maria II non regna da sola, ma vuole accanto a sé anche il marito – Stuart per via materna – che prende il nome di Guglielmo III. Il diamante orna gli abiti di corte della sovrana fino alla sua morte nel 1694, ma dopo la morte di Guglielmo nel 1702 torna nelle mani degli Orange nonostante l’opposizione di Anna, sorella della defunta. Un processo decide che il preziosissimi diamante, benché chiamato “Stuart” è in effetti una proprietà della casa olandese e a questa deve tornare. All’inizio del XIX secolo un gioielliere inglese fa della pietra il pendente di un collier costituito da enormi diamanti, ma nel 1879 l’anziano Guglielmo III fa creare un nuovo gioiello sempre con lo “Stuart” come pietra principale. Alla morte del padre nel 1890 Wilhelmine ha solo dieci anni e quindi viene deciso che la sua intronizzazione avverrà solo al compimento della maggiore età. E per dare maggiore solennità all’evento la nuova regina indossa una parure creata per l’occasione con i diamanti più belli della collezione olandese. Oltre al collier, alla spilla e al devant de corsage un gioielliere olandese crea un diadema enorme fatto di volute e archi in cui sono incastonate molte grandi pietre, fra cui dieci diamanti tondi taglio “rosa” e che ha, sulla sommità, proprio lo “Stuart”. Wilhelmine indossa la tiara, insieme al mantello di corte, nella Nieuwe Kerk il giorno del suo insediamento ufficiale e poi di nuovo (ma in forma più “semplice” e senza lo “Stuart” e le altre grandi pietre sulla sommità) il giorno delle sue nozze con il principe Henrik di Mecklemburg-Schwerin il 7 febbraio 1901 e anche sua figlia Juliana lo metterà spesso nonostante il peso e l’aspetto imponente; Beatrice invece proprio a causa del peso non l’ha mai portato. Secondo il giornalista francese Vincent Meylan – famoso esperto di gioielli reali – Maxima che ama molto il diamanti e le parure vistose, potrebbe scegliere proprio questo insieme che pare sia stato affidato a un gioielliere per essere “sistemato”.  

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La regina Emma con lo “Stuart” montato come pendente di un collier

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L’abdicazione

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I 40 anni di Maxima

Ricette reali: il dulche del leche della futura regina

copyright foto: Getty Images, PdV, Hola.com, Zimbio

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Il mistero del diadema scomparso

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Prince Hugo Carlos of Bourbon-Parma Wedding

Come mai le spose Borbone-Parma dell’ultima generazione hanno indossato tiare della collezione olandese? Il legame strettissimo con gli Orange non basta a spiegare questa scelta. Il fatto è che lo splendido diadema delle duchesse di Parma e Piacenza è sparito. Si proprio sparito, scomparso, volatilizzato senza lasciare tracce nonostante fosse apparentemente ben custodito nella cassaforte di uno studio notarile parigino. Il gioiello oltre che splendido aveva anche un notevole valore storico-sentimentale perché viene, in parte se non tutto, dalla duchessa di Angoulême, nuora di Carlo x, che altri non sarebbe se non la sfortunata Maria Teresa di Borbone unica figlia sopravvissuta di Luigi xvi e Maria Antonietta. Maria Teresa, che non ha eredi, morendo lascia tutti i suoi beni al nipote il conte di Chambord, quello che i legittimisti chiamano Enrico v, figlio postumo del duca di Berry primogenito di Carlo x. Sposato con una Asburgo il conte di Chambord non avrà discendenti e quindi tutto il suo enorme patrimonio passa ai figli della sorella duchessa di Parma. L’imponente diadema della duchessa di Angoulême però, secondo il giornalista e grande esperto di gioielli reali Vincent Meylan, non sopravvive intatto a tutti questi passaggi. Meylan fa riferimento a una prova iconografica più che certa: il grande ritratto in cui Maria Teresa (conservato al castello di Versailles) indossa un diadema enorme che però non è quello sparito. “Nei diari della contessa di Chambord – spiega Meylan – è chiaramente indicato che i diamanti vengono smontati per essere offerti in dono di nozze alla prima e poi alla seconda moglie del nipote Roberto di Borbone duca di Parma”. La seconda consorte del duca di Parma, Maria Antonia di Braganza (futura madre, fra gli altri, dell’imperatrice Zita, del principe Felix e del principe Sisto) riceve cinque delle pietre del diadema originario e molto probabilmente, verso la fine del XIX secolo, le fa montare, insieme ad altre di minor valore, dal gioielliere della corte viennese, Kochert. Niente di strano in questa scelta: i Borbone-Parma infatti risiedono sei mesi dell’anno in Austria nella loro proprietà di Schwarzau.

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Il diadema viene probabilmente indossato dalla duchessa Maria Antonia in occasione del matrimonio della figlia Zita con l’arciduca Karl e poi finisce chiuso in una cassaforte fino al giorno in cui il nipote Carlo Ugo, figlio del principe Saverio duca di Parma, sposa la principessa Irene dei Paesi Bassi. Nozze perfette dal punto di vista dinastico, ma molto osteggiate dagli Orange-Nassau che non prendono bene la conversione al cattolicesimo della principessa, all’epoca seconda nella linea di successione, e la sua scelta di impegnarsi nel movimento carlista di cui il fidanzato è leader indiscusso. Al matrimonio celebrato a Roma la famiglia della sposa non si fa vedere e ci vorrà la nascita del primo figlio per ricucire i legami e far apprezzare ai reali olandesi questo Borbone-Parma che è anche una persona particolarmente amabile, colta e intelligente. Tanto che nonostante l’unione finisca con un divorzio la regina Beatrice continuerà a considerare il principe Carlo Ugo come un membro della sua famiglia allargata. Irene dei Paesi Bassi porterà il diadema “Parma” in occasione delle nozze e poi spesso anche in seguito, nella sua forma originaria o con l’aggiunta, in mezzo al fiore centrale, di un grande  smeraldo rubino.

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Nel 1996 Cecilia di Borbone-Parma, una delle sorelle di Carlo Ugo, lascia in deposito il gioiello allo studio notarile Escargueil-Bouvat-Martin poiché è in corso una divisione ereditaria. Da quel momento del diadema non si sa più nulla. Nel 2003 il tribunale di grande istanza di Parigi riconosce la responsabilità dello studio notarile nello “smarrimento” e due anni dopo un collegio di esperti poiché è impossibile rifare ex novo un pezzo del genere, stabilisce che debba essere rimborsato un valore di 3.022.500 euro “in ragione non solo del valore dei diamanti, ma anche di quello storico”. Per loro si tratta del diadema della duchessa di Angoulême tout court e in effetti in altri ritratti (ad esempio questo qui sotto) la figlia di Maria Antonietta porta un diadema che vagamente ricorda quello sparito.

Angouleme

Ecco il motivo per il quale le ultime spose Borbone-Parma hanno portato diademi provenienti dalla famiglia materna che l’ex-regina Beatrice e l’attuale regina Maxima hanno sicuramente messo volentieri a disposizione visto l’affettuoso legame con questi nipoti e cugini.         

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Anne Marie, moglie del principe Carlo Saverio duca di Parma e Piacenza

Caroline

Carolina di Borbone-Parma

Margherita

Margareta di Borbone-Parma

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Victoria moglie di Jaime di Borbone-Parma

ps il diadema Borbone-Parma non è l’unico “sparito” mentre era nelle mani di persone fidate. Alcuni anni fa la regina Sonia di Norvegia ha affidato a Garrard per farlo ripulire il diadema della regina Maud, nonna di suo marito e figlia di re Edoardo VII. Anche questo prezioso gioiello è stato rubato, la Garrard lo ha rifatto identico e oggi la regina di Norvegia indossa una copia perfetta.

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I gioielli dei Romanov, Stefano Papi racconta lo splendore della corte imperiale

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Nella rappresentazione del potere monarchico i gioielli sono un’asserzione di potere e ricchezza, quindi di prestigio. Ma costituiscono anche un tesoro, una specie di fondo di garanzia, sul quale far conto nei momenti di crisi. Quanti re hanno impressionato gli ambasciatori stranieri facendo sfoggio di tutti i gioielli di famiglia, quante sovrane hanno venduto il loro scrigno per armare gli eserciti o sopravvivere in esilio? I Romanov in particolare, più di ogni altra dinastia, hanno fatto delle pietre preziose uno dei simboli del fasto della loro corte e Stefano Papi, gemmologo e grande conoscitori di gioielli reali, ce ne racconta la storia favolosa e anche drammatica in uno splendido libro I gioielli dei Romanov – La famiglia e la corte uscito di recente nella versione italiana (per i tipi di Skira) dopo il grande successo dell’edizione in inglese.

In quasi 350 pagine Papi analizza praticamente pezzi straordinari a partire dai documenti iconografici e ne ricostruisce la storia e il percorso. L’indagine, che prende in esame oggetti appartenuti a tutti i numerosi membri della dinastia, con una particolare attenzione a quelle che all’epoca erano stata delle vere e proprie collezioniste cioè la zarina Maria Feodorovna e la granduchessa Wladimir, è una affascinante caccia al tesoro fra le foto e i ritratti di corte di un patrimonio artistico e storico perduto per sempre e dei gusti e dello stile di un periodo.

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Grande appassionato di storia russa, Papi studia da molti anni le collezioni imperiali e ha un vasto archivio personale di foto e documenti che gli ha permesso di ricostruire molti passaggi e storie fino ad oggi perdute. “I gioielli della corona imperiale di Russia – scrive l’autore nell’introduzione – costituivano uno fra i più favolosi tesori appartenenti alle monarchie europee. Ripercorrendo la storia dell’ultimo zar Nicola II, della sua famiglia e della corte significa rivivere un’epoca di straordinario sfarzo e potere. La cultura russa ha sempre attribuito grande importanza ai gioielli. Il kokošnik, per esempio, il copricapo tradizionale a forma di aureola, era puntualmente decorato con fitti ricami, pietre e sfere colorate. L’usanza trova eco nei gioielli imperiali e soprattutto in una serie di diademi che, riprendendone la foggia, sfavillano delle pietre più preziose del Tesoro di Russia”.  

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Per un paio di secoli i discendenti di Pietro il Grande si sono coperti di oro, diamanti, zaffiri, rubini e perle d’ogni forma, misura, peso, ma questo splendore non è rimasto entro i confini della Santa Madre Russia, con il tempo, man mano che le granduchesse acquistano peso e interesse sul mercato matrimoniale europee, tutte le case reali incamerano gioielli di meravigliosa bellezza realizzati ex novo per la sposa di turno. Nel corso dell’Ottocento inoltre le collezioni dei Romanov acquistano interesse anche dal punto di vista artistico quando i più grandi gioiellieri del tempo vengono incaricati di realizzare opere uniche. Primo fra tutti Carl Fabergé con le sue raffinate creazioni per lo zar e la sua famiglia.

Con la rivoluzione i preziosi custoditi dai diversi membri della famiglia prendono due strade diverse: una parte, recuperata nei palazzi abbandonati in fretta e furia nel 1917, viene requisita dal governo sovietico e molti pezzi, usciti fortunosamente dalla Russia in modo anche rocambolesco, servono al mantenimento delle loro proprietarie e nel contempo permettono ad alcune accorte compratrici (vedi la regina Mary, consorte di Giorgio V) di fare ottimi affari. Discorso a parte per i gioielli della zarina Alessandra che insieme alle quattro figlie riesce a cucire nei corsetti i suoi preziosi più belli e di maggior valore. Previdente Alessandra Feodorovna pensa al futuro e a quando lasceranno la Russia probabilmente senza denaro ed altri mezzi di sussistenza. I bustini rinforzarti con oro, diamanti, perle e pietre preziose di ogni genere, vengono indossati dalle cinque donne durante tutti i loro spostamenti da una prigione all’altra, ma non serviranno alla loro salvezza, anzi saranno quasi uno strumento di tortura. La notte del 18 luglio 1918 nello scantinato di casa Ipatev a Ekaterimburg i corpetti “corazzati” delle granduchesse Olga, Tatiana, Maria e Anastasia fanno rimbalzare le pallottole del plotone di esecuzione e le ragazze sono finite da colpi di baionetta. Solo quando i corpi saranno svestiti per essere fatti sparire i carnefici si renderanno conto che i busti contengono un tesoro.

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Quasi tutti i gioielli sequestrati dai funzionari dei Soviet, considerati simbolo del vergognoso sfarzo zarista, sono smontati, le pietre vendute separatamente e le montature fuse, senza tenere conto alcuno del valore storico e artistico. Nel 1927 Christie’s vende 140 pezzi della collezione imperiale divenuta proprietà dello Stato e, fatto eccezionale, il governo sovietico si premura di catalogare e fotografare molti degli esemplari che Papi nel suo libro riproduce in grande formato affiancandole a quelle – spesso inedite – del periodo in cui sono stati indossati dalle zarine e dalle granduchesse. In questa vasta ricerca, che lo ha impegnato per anni, Stefano Papi ha dipanato i misteri dei gioielli imperiali di Russia, identificato pezzi di provenienza quasi sconosciuta o del tutto ignota, ha ricostruito la storia affascinante di questi preziosi oggetti e delle persone che li hanno indossati. Oltre ad analizzare il mutare degli stili, l’autore ci accompagna attraverso un’epoca aurea per poi seguire i superstiti della Rivoluzione, e i loro oggetti, presso le corti europee e a Parigi, dove trovano rifugio numerosi espatriati. È il racconto appassionante di un’epoca in cui il gioiello contribuì a elevare un’élite a un grado di esistenza quasi divina, rendendone tanto più drammatica la fine. 

Conclusa la parte ufficiale e seria  della recensione, che dirvi di più? E’ un libro straordinario – se amate i gioielli, se la vostra passione sono i modellini ferroviari lasciate stare  – a me è arrivato venerdì scorso e ho passato il week end immersa fra le sue pagine. Ho ritrovato gruppi di famiglia, personaggi noti e meno conosciuti, gioielli di cui avevo solo sentito parlare e finalmente la ricostruzione dettagliata di molti passaggi e spesso la collocazione odierna di alcuni pezzi celebri. Insomma da non perdere se vi volete fare un bel regalo in vista del Natale. Un libro da sfogliare, da ammirare (è corredato da immagini molto belle e molto grandi) ma anche da leggere con attenzione per scoprire finalmente tutti i segreti dei gioielli degli zar e forse anche capire qualcosa di più di un mondo assurdamente sfarzoso in un paese immerso nella miseria più nera. 

Poi visto che si avvicina il Natale e che questo è stato un anno denso di emozioni ho deciso di fare un regalo ai lettori di questo blog… è una piccola sopresa, ma per scoprirla dovete andare sulla FOTO DEL GIORNO che rimarrà invariata fino a domenica 15 dicembre. 

Uno dei gioielli del libro di Papi è lo zaffiro enorme finito in Romania, la sua storia la trovate qua http://www.altezzareale.com/2012/01/22/gioielli-reali2/lo-zaffiro-della-regina-di-romani/

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Lo straordinario e misterioso zaffiro della regina Elisabetta

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E’ un po’ il suo marchio di fabbrica, non un piccolo vezzo da anziana signora un po’ demodé, ma un’abitudine presa quando era ancora una giovane donna. Ormai la spilla appuntata appena sotto la spalla sinistra fa parte è una delle consolidate cifre stilistiche di Elisabetta II e, potendo sceglie all’interno di una collezione si può dire sterminata, la regina si presenta ogni giorno con un gioiello diverso, perfettamente abbinato per stile e colori alla mise del momento o al luogo e all’evento.

In occasione della visita lampo a Roma del 3 aprile scorso, la sovrana ha sorpreso tutti con una spilla magnifica mai indossata prima. E siccome alla corte inglese nulla avviene per caso molti si sono chiesti il motivo di questa scelta che ha tutta l’aria di un omaggio all’Italia e ai suoi ospiti, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e papa Francesco. Sul suo cappotto di un delicato color lilla il blu profondo dell’enorme zaffiro circondato da brillanti è diventato un faro e un catalizzatore di attenzione e ovviamente gli appassionati si sono immediatamente attivati per scoprire origini e storia di questo splendido gioiello.

La spilla con l’immenso zaffiro ovale – qualcuno vuole azzardare una caratura? – viene quasi certamente dalla Russia e per essere più precisi dallo scrigno della zarina madre Maria Feodorovna che quando abbandona il paese riesce a portarsi dietro una parte della sua imponente collezione di gioielli. La zarina si ritira in Danimarca ospite poco gradita del nipote Cristiano X il quale avrebbe gradito che l’ingombrante zia mantenesse se stessa e il suo seguito con il ricavato dalla vendita dei gioielli; Maria – nata Dagmar – però rifiuta e tanto per non avere sorprese tiene la cassetta con tutti i suoi preziosi sotto al letto. Alla sua morte, nel 1928, le figlie Olga e Xenia le cui risorse economiche sono ormai ridottissime, decidono di vendere il tesoro della zarina e si rivolgono – o si fa avanti, la questione non è chiara – la regina Mary notoriamente molto appassionata di gemme che anni prima aveva acquistato, facendo ottimi affari, anche diversi gioielli della granduchessa Wladimir, vedova di uno zio di Nicola II. 

Realizzata secondo un disegno molto classico  – con uno zaffiro circondato da una complicata decorazione in oro giallo e da 18 diamanti – la spilla probabilmente aveva una gemella perché nel 2011 da Christie’s è passato in vendita un oggetto quasi identico come fattura anche se la pietra sembra leggermente più rettangolare. Nella scheda del catalogo di Christie’s il lotto viene descritto come “una impressionante spilla con zaffiro e diamanti”. Lo zaffiro tagliato a “cuscino” ha un peso di 130,50 carati e, secondo gli esperti della casa d’aste, dato il colore – definito “blue royal” – omogeneo, trasparente, ricco e particolarmente saturo, potrebbe venire dalla Birmania.  

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La gemella della spilla inglese (copyright foto: Christie’s)

Forse erano dei devant de corsage oppure ornamenti per gli abiti, ma Michel Bergagnini amministratore della pagina su Facebook Royal Jewel Fans Club ha pubblicato anche un ritratto in piedi della moglie di Alessandro III che al polso ha un bracciale di perle la cui chiusura sembra simile alla spilla in questione. Ad ogni modo i gioiello finito nella mani della regina Mary è rimasto nelle casseforti della casa reale inglese. La moglie di Giorgio V ha indossato la spilla in diverse occasioni, solo che avendo lei la tendenza a coprirsi di pietre preziose è difficile – anche nelle foto – identificare tutti i pezzi.

Lo straordinario zaffiro viene notato subito quando appare indosso alla nuora di Mary, Elizabeth, regina consorte di Giorgio VI. Fra l’altro la tonalità dello zaffiro è piuttosto particolare e ha al suo interno un tale spettro di colori e riflessi da renderla adatta sia per gli abiti blu che per quelli viola/lilla/glicine (e proprio per questo il 3 marzo quando la regina è scesa dall’aereo a molti è sembrata un’ametista); the Queen Mother, che adora le tonalità pastello e in particolare gli azzurri e i blu polverosi, porta lo zaffiro per il resto della sua vita anche in occasioni molto importanti, come il battesimo del nipote David, figlio della principessa Margaret.

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Alla morte dell’amata Queen Mum, nel 2002, la spilla sparisce per riapparire il 3 aprile del 2014 appuntata sul paletot di Elisabetta II. Perché mai la regina non ha mai indossato questo bel ricordo della nonna e della madre? Noi che siamo appassionati di gioielli e anche molto curiosi ci siamo subito posti la domanda: forse ha talmente tante di spille da non sapere cosa farne, magari aspettava un’occasione speciale o forse non era ancora nelle sue mani e l’ha ricomperata solo di recente? La spilla passata attraverso la casa d’aste non è sicuramente quella della regina e di questo gioiello non c’è traccia nel catalogo di oggetti venduti dai figli di Margaret.

L’altra risposta è che essendo questa spilla molto simile al famoso zaffiro regalato dal principe Alberto a Vittoria per le nozze nel 1840 Elisabetta II l’ha voluta “inaugurare” fuori dall’Inghilterra onde evitare che fosse confusa con l’altra.

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La spilla nuziale del principe Alberto è comunque leggermente più piccola e circondata solo da 12 diamanti; Vittoria l’ha inserita fra i gioielli della corona ed è stata indossata da tutte le regine. Alessandra, Mary, Elizabeth e ovviamente l’attuale sovrana. Questo zaffiro, oltre ad avere un colore bellissimo, ha un grande valore simbolico per la dinastia ed Elisabetta II ha scelto di portarlo in occasione di eventi davvero speciali come il battesimo del principe William nel 1982.

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Anche un’altra splendida spilla della collezione reale proviene dalla collezione di Maria Feodorovna e in questo caso si tratta di un ritorno alle origini. Nel 1866 Dagmar di Danimarca sposa lo zarevič, futuro Alessandro III (dopo essere stata fidanzata al fratello maggiore precocemente defunto, ma questa è un’altra storia) e riceve come dono di nozze dalla sorella, la principessa di Galles, un bellissimo zaffiro cabochon montato su una spilla. La pietra di un blu perfetto, è messa particolarmente in risalto dalle due cerchi di diamanti; una perla a goccia completa la spilla che probabilmente è stata realizzata da un gioielliere inglese. Alla morte di Maria Feodorovna i gioiello viene messo in vendita dalle figlie e Mary, visto che si tratta di un dono proveniente proprio dalla famiglia reale, decide di acquistarla pagandola 2.375 sterline. La regina Mary porta spesso lo zaffiro della zarina e alla sua morte, nel 1953, lo lascia alla nipote Elisabetta II.

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Nel 1893 Maria Feodorovna, ancora zarina in carica, offre a Mary di Teck per le nozze con il futuro Giorgio V una piccola spilla con uno zaffiro cabochon quadrato e un diamante anch’esso quadrato. Le due pietre sono disposte a contrarié e circondate da una fila di piccoli diamanti che formano, nella parte terminale di ogni lato due onde. E’ un gioiello modesto rispetto ad altri della collezione di Mary e anch’esso oggi è di proprietà della regina Elisabetta.

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La sovrana inglese possiede anche altre spille con zaffiri che le sono state regalate o ha ricevuto in eredità dalla madre. Una pietra blu dal taglio quadrato decora una piuma di brillanti che è stata regalata alla principessa Elisabetta in occasione delle nozze nel 1947 dalla Carrington and Company Limited.

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The Sapphire Chrysanthemum Brooch è stata offerta alla principessa nel 1946 in occasione del varo di una nave la “British Princess” da sir James Laing della Laing & Sons Limited e dalla Anglo-Iranian Oil Company Limited. E’ tradizione che alle madrine delle navi venga regalato un gioiello importante a ricordo dell’evento. La spilla – il cui centro, se visto da lontano può sembrare un grande zaffiro mentre si tratta di piccole pietre incastonate l’una accanto all’altra – diventa famosa perché Elisabetta la indossa sul revers del tailleur di tweed che porta nelle foto ufficiali scattate durante la luna di miele a Broadlands. Nel 2007 la regina e il principe Filippo appaiono in una foto analoga ed la sovrana porta la stessa spilla.

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Dalla Regina Madre Elisabetta ha ereditato delle spille un po’ nel gusto degli anni ’30-’40 con pietre più piccole un disegno decisamente moderno, per esempio un fiore i cui petali sono costituiti da piccoli zaffiri. Secondo la storica Leslie Field – autrice di The Queen’s Jewels – si tratta di un regalo di Giorgio VI alla moglie per l’anniversario delle loro nozze. Un’altra spilla di Queen Mum oggi passata alla figlia è un grappolo d’uva nel quale ogni chicco è costituito da un diamante e il tutto decorato da un nastro di zaffiri tagliati a baguette.

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ps: in un primo momento la spilla era sembrata essere la chiusura del famoso chocker che la regina madre aveva regalato a Diana, ma come potete notare la pietra e la montatura sono molto diverse. 

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Grazie a tutti i lettori che hanno linkato le loro scoperte e in particolare ad Alex, Alessandro(Aigrette), Chloe e Laura e soprattutto alla regina Elisabetta la quale scegliendo questa spilla proprio per il viaggio a Roma ci ha dato modo di discutere tanto a proposito dei suoi meravigliosi gioielli.    

 

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Maxìma dei Paesi Bassi e i gioielli storici degli Orange-Nassau

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Sorpresa di fine maggio: Alex, amico romano, lettore e commentatore assiduo, grande appassionato di gioielli si è messo a guardare con attenzione lo scrigno della neo – be’ ormai mica tanto neo, è passato più di un anno – regina Maxìma la quale oltre a godere di riserve familiari pressoché inesauribili ha il vezzo di modificarle e aggiustarle a suo gusto. Ha iniziato con il diadema delle nozze e da allora continua a proporci nuove edizioni di gioie vecchie di almeno un secolo. Buona lettura e grazie ad Alex.

Fra le collezioni di gioielli appartenenti alle case reali europee quella degli Orange-Nassau è senza dubbio  fra le più notevoli e rilevanti, ma soprattutto è fra quelle più complete giunte ai nostri giorni.  La presenza sul trono dei Paesi Bassi di regine regnanti che si sono succedute senza interruzioni per ben 123 anni è stata fondamentale per il mantenimento e l’ampliamento della collezione, poiché esse non solo hanno provveduto alla conservazione e trasformazione dei pezzi famigliari, ma anche nell’acquisto di nuovi elementi.

Il fattore tuttavia fondamentale grazie al quale oggi la famiglia reale dei Paesi Bassi gode di un grande scrigno cui accedere è stata la decisone negli anni ’60 da parte della regina Giuliana di creare una fondazione nella quale far confluire i pezzi più importanti della famiglia, tramandati da una regina all’altra e spesso giunti in Olanda secoli fa a seguito di matrimoni dinastici o creati per celebrare occasioni solenni della monarchia. Se infatti da quasi un secolo non si è mai posto il problema della spartizione dei gioielli famigliari, essendo quasi tutti confluiti nelle mani della regina Guglielmina ed essendo la regina Giuliana figlia unica, ora a Giuliana si pone il problema di come dividerli fra le sue quattro figlie e, per evitare dispersioni e probabili incomprensioni, decide di seguire l’esempio delle Fondazione Bernadotte creata dai sovrani svedesi e di raccogliere tutti i gioielli più importanti in una fondazione, la Fondazione della Collezione Storica della Casa di Orange-Nassau (Stichting Historische Verzamelingen Huis van Oranje-Nassau). Si decide che il monarca in carica sarà a capo della fondazione e che tutti i membri femminili della famiglia reale potranno usufruirne secondo un ordine di accesso, determinato dal ruolo dinastico rivestito e dagli impegni ufficiali ricoperti, ed è per questo motivo che alcuni pezzi particolarmente importanti vengono indossati unicamente dalla regina regnante e dalla regina consorte. Tramite questa intelligente soluzione la regina Giuliana salva un immenso patrimonio storico e artistico, garantendo a tutte le donne di famiglia delle generazioni presenti e future non la proprietà, ma la possibilità di adornarsi con straordinari gioielli legati alle loro antenate. E’ un espediente talmente ben riuscito che sembra che in seguito verranno aggiunti alla collezione anche nuovi pezzi; ad esempio la regina Beatrice vi inserirà la tiara in diamanti a forma di ghirlanda di alloro ricevuta come dono personale per il suo diciottesimo compleanno. 

Se la regina Giuliana ama adornarsi dei numerosi gioielli della collezione indossandoli alternativamente e accostandoli in maniera originale sfruttandone la versalità ed adattabilità, negli ultimi decenni saranno solo la regina Beatrice e la sorella Margriet ad attingere alla collezione, visto il ruolo defilato della sorelle Irene e Christina e l’assenza di altre figure femminili; entrambe le sorelle Beatrice e Margriet sceglieranno con frequenza solo alcuni gioielli, quelli più vicini al loro gusto personale, ma mentre Beatrice, che non ama esibire le parure complete, li indosserà in combinazioni tradizionali, Margriet tenterà in questi ultimi anni alcuni riusciti esperimenti, dimostrando abilità nel variare la scelta dei pezzi e il modo di indossarli.

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Ma è proprio nell’ultimo decennio che vengono riscoperti, indossati con fantasia ed innovati anche altri e quasi dimenticati gioielli della collezione, grazie al gusto della principessa Laurentien e soprattutto della principessa prima e regina ora Maxima, amante dei gioielli e abilissima nel creare nuove combinazioni e varianti di essi, guidata da un gusto eccellente e da una personalità decisa che le permettono di padroneggiare questo vasto patrimonio di gioielli senza mai essere eccessiva o fuori ruolo. In molte occasioni, durante il suo ruolo di principessa dei Paesi Bassi, Maxima ha stupito con nuove combinazioni di gioielli e nel tempo ha mostrato padronanza nello scegliere i pezzi della collezione e nell’accostarli uno all’altro, oltre ad aver abbinato ad essi anche pezzi di nuova acquisizione e di sua personale proprietà, di differente valore, spesso originali ed inconsueti, rendendo ancora una volta e evidente la sua grande passione per i gioielli; divenuta regina consorte, Maxima fin dal giorno dell’inaugurazione del marito Willelm Alexander continua a stupirci rivitalizzando pezzi poco visti della collezione e facendoci sperare di poter presto rivedere una fra le più maestose e preziose parure della famiglia: la Diamond House Parure, da decenni nelle casseforti reali.

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Il 30 aprile 2013, in occasione dell’inaugurazione del marito Willelm Alexander, Maxima indossa l’importante tiara di diamanti e zaffiri facente parte della parure di diamanti e zaffiri realizzata nel 1881 (Sapphire Parure), su ordine del re Guglielmo III,  per la regina Emma, la quale la indosserà il giorno dell’inaugurazione della regina Guglielmina. 

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La tiara, creata su un disegno di Oscar Masin del 1867 e formata da  655 diamanti sudafricani a taglio brillante per un totale di 242 carati e da 33 zaffiri del Cashmere per un totale di 155 carati, si sviluppa intorno ad un elemento centrale (indossabile anche separatamente) costituito da una spilla appartenuta alla regina Anna Pavlovna, formata da uno zaffiro a taglio cuscino circondato da due zaffiri più piccoli e da cinque diamanti per lato; le parti laterali invece si sviluppano  in piccoli archi circondanti ciascuno uno zaffiro, sormontati da un grande diamante e alternati da diamanti disposti a forma di giglio: eliminando l’elemento centrale è prevista la possibilità di unire la parte destra e sinistra per creare una tiara più piccola, una sorta di ornamento per capelli, mai indossata finora. Un’originale caratteristica del gioiello consiste nel fatto che i diamanti apicali sono disposti “en tremblant “, sorretti cioè da molle verticali che ne permettono un leggero movimento, così da catturare la luce e brillare ulteriormente e sempre gli stessi diamanti apicali possono essere smontati e rimontati su un’altra tiara (originariamente sormontata da diamanti scuri), tiara che verrà indossata per la prima volta dalla principessa Mabel il giorno del suo matrimonio.

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Maxima, indossando la tiara per la prima volta, apporta una modifica sostanziale: oltre ad avere aggiunto alla struttura di sostegno in platino una parte metallica per renderla più stabile, toglie la parte sommitale centrale costituita da tre diamanti a forma di giglio o di piuma, sostituendola con un unico grande diamante, così da conferire alla tiara linearità nella parte alta, dandole un aspetto più solenne ed equilibrato.

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Il 16 aprile 2010, in occasione della cena di gala per il settantesimo compleanno della regina Margrethe II di Danimarca, Maxima indossa una nuova tiara di zaffiri e diamanti: si tratta del collier (choker in origine e poi allungato) facente parte della parure di diamanti e zaffiri creata nel 1881 (Sapphire Parure), su ordine del re Guglielmo III,  per la regina Emma.

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Il gioiello si compone di una fila di piccoli diamanti sormontati alternativamente da zaffiri circondati da diamanti disposti secondo due C specchiate, sormontate a loro volta da altri piccoli diamanti e alternate da piccoli gigli, seguendo un disegno delicato e leggero, seppur elaborato.   Al collier, privato della parte posteriore in diamanti e ora tiara grazie ad una semplice struttura metallica, sono stati aggiunti alla sommità cinque elementi romboidali, ognuno dei quali costituiti da uno zaffiro centrale circondato da diamanti, provenienti da un altro collier, quello facente parte delle parure regalata dalla popolazione dei Paesi Bassi alla regina Guglielmina nel 1901 (Queen Wihelmina’s Wedding Gift Parure) come dono di nozze; quest’ultimo collier fu poi smantellato, data la sua imponenza,  per ordine della regina Giuliana nel 1962, anno della morte della regina Guglielmina, per creare nuovi gioielli più facilmente indossabili da offrire alle proprie figlie a ricordo della nonna scomparsa, fra i quali anche gli orecchini indossati da Maxima il giorno dell’inaugurazione di Willelm Alexander.

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La nuova tiara di diamanti e zaffiri fu indossata per la prima volta nel 2009 non da Maxima, bensì dalla principessa Margriet, che la indosserà anche in occasioni successive, e che ancora una volta dimostra, al pari di Maxima, notevole abilità nel reinterpretare i gioielli di famiglia.

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Irene dei Paesi Bassi

Il 4 aprile 2014, in occasione della cena di gala offerta dai sovrani dei Paesi Bassi ai sovrani di Svezia per celebrare i 400 anni di relazioni diplomatiche tra i due paesi, la regina Maxima indossa per la prima volta un gioiello storico della casa d’Orange: il devant de corsage di diamanti e zaffiri della regina Emma. Ricevuto come dono di fidanzamento da Guglielmo III nel 1878 e aggiunto in seguito alla parure di diamanti e zaffiri questo meraviglioso gioiello a forma di fiocco a tre volute contiene un enorme zaffiro ovale di taglio cuscino circondato da un giro di diamanti (e adagiato all’interno di un altro giro di diamanti) appartenuto alla regina Anna Pavlovna più un altro zaffiro pendente più piccolo, sempre ovale, staccabile.Per l’evento Maxima sceglie  di indossare il gioiello senza il pendente e soprattutto di sostituire lo zaffiro centrale circondato da diamanti con un grande quarzo citrino ovale perfettamente inseribile proveniente da un’altra spilla già indossata da Maxima (Diamond and Citrine Brooch), creando di fatto un nuovo inaspettato gioiello.

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Il grande zaffiro ovale è stato in passato indossato separatamente più volte: dalla regina Giuliana, dalle figlie Beatrice e da Margriet. Per dimensione, forma e colore può essere anche confuso con il grande zaffiro rettangolare che abbinato ad una piccola spilla in diamanti a forma di fiocco (Small Diamond Bow Brooch) Maxima porta il 25 gennaio 2002 durante una cena di gala nei giorni precedenti al proprio matrimonio e il giorno dell’inaugurazione del marito Willem Alexander.

Maxima

Il primo febbraio 2014, a Rotterdam, il giorno successivo  al settantaseiesimo compleanno della regina Beatrice, si celebrano i trentatre anni di regno della ex sovrana, festeggiamento che era stato rinviato a seguito della morte del principe Friso. Per l’evento Maxima indossa la Diamond and Sapphire Bow Brooch o Stomacher, una grande spilla in diamanti a forma di fiocco con al centro uno zaffiro rettangolare circondato da diamanti, alla quale può essere o meno sospeso un altro notevole zaffiro dalla forma ovale sempre circondato da diamanti.

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Lunga circa 14 centimetri, la spilla fu creata per la regina Guglielmina fra il 1895 e il 1900 utilizzando gli zaffiri della regina Anna Pavlovna ed è stata indossata per l’ultima volta dalla regina Beatrice nel 1981 durante la sua visita di stato in Lussemburgo; Maxima sceglie di indossarla senza lo zaffiro pendente e all’altezza della vita, in una posizione insolita ma di grande effetto, abbinandola ad uno dei due bracciali della Wedding Gift Parure della regina Guglielmina (unici pezzi rimasti intatti e solo lievemente modificati della parure) e agli orecchini a forma di 8 creati nel 1962 con la pietre della Wedding Gift Parure e indossabili in varie combinazioni.

Alessandro Calabresi

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Copyright foto: Getty Images, P.P.E.

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Maxima dei Paesi Bassi e i gioielli storici degli Orange Nassau – II

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Ed ecco a voi – con molto ritardo rispetto ai programmi iniziali, ma la colpa è solo mia e anche di alcuni fatti di cronaca – la seconda parte del post sui gioielli della regina Maxima dei Paesi Bassi. Ancora una volta grazie ad Alessandro Calabresi aka Alex, grande appassionato di gioie reali che ci permette di curiosare nello scrigno preziossissimo e ricchissimo degli Orange-Nassau. 

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Nel 2003, e in seguito in altre occasioni, Maxima indossa una tiara mai vista prima in casa Orange-Nassau: la Diamond Festoon Tiara; si tratta della parte principale di un collier (Diamond Festoon Necklace) montata a tiara su una struttura già esistente nella cassaforte famigliare, che riprende il disegno di una tiara indossata da Ortensia de Beauhrnais, regina d’Olanda come moglie di Luigi Bonaparte. Il gioiello nella sua forma originaria a collier, costituito da una riviére in diamanti con pendenti cinque festoni o elementi a V con grandi diamanti circolari al vertice e un diamante circolare all’interno, venne acquistato ad Amsterdam per 115.000 fiorini, una somma enorme al tempo, da Guglielmo III, che lo regalò alla figlia Guglielmina nel 1889 quando ella aveva solo nove anni.

Maxima visita di stato del presidente lettone   2
Il collier nella sua imponente forma iniziale è stato indossato numerose volte, oltre che dalla regina Guglielmina, dalla regina Giuliana, dalla principessa Margriet e dalla regina Beatrice, mentre oggi, smontati i cinque elementi a festoni per creare una tiara semplice ma di notevole bellezza e dal gusto leggermente medioevale, indossata anche dalla principessa Margriet, la restante riviére in diamanti viene indossata sia da Maxima che dalla regina Beatrice.

Maxima presidente cinese 1
Il 23 marzo 2014, durante la cena di gala per il ricevimento del presidente cinese Xi Jinping, Maxima indossa uno dei più importanti gioielli della famiglia: il devant de corsage in perle e diamanti (Diamond and Pearl Stomacher)di Katarina Pavlovna di Russia, proveniente probabilmente dalla madre Sofia Dorothea di Wuttemberg (Maria Feodorovna di Russia per matrimonio) e passato poi alla figlia Sofia, cugina e prima moglie di Guglielmo III.

Mxima presidente cinese particolare

Il gioiello di così antica provenienza e probabilmente realizzato fra il 1800 e il 1820, è caratterizzato da un fiocco in diamanti contenente cinque rari diamanti rosa brasiliani a taglio cuscino, dal quale è sospesa una perla a goccia e due fili di diamanti che sorreggono un altro piccolo fiocco in diamanti con grande diamante centrale, che sorregge a sua volta due fili di diamanti di diversa lunghezza con perla a goccia finale.
Si tratta di un gioiello molto importante e di non facile vestibilità, poco utilizzato negli ultimi anni nella sua forma completa poiché, al contrario della regine Guglielmina e Giuliana, Beatrice lo ha indossato prevalentemente nella sua forma ridotta, vale a dire solo nella parte del grande fiocco in diamanti, al quale ha aggiunto direttamente o le tre perle o tre diamanti provenienti dal devant de corsage della House Diamond Parure, così da poterlo utilizzare più facilmente come spilla.
Maxima, che lo aveva già indossato varie volte con il solo fiocco superiore senza nessun pendente, decide in questa occasione di mostrarlo nella forma completa con una piccola variante, ponendo cioè alla stessa altezza le due perle finali, così da diminuirne seppur di poco la lunghezza ed indossarlo come spilla, forse forzando la natura del gioiello ma raggiungendo un ottimo risultato.

Beatrice gala inaugurazione

Nel 1898 il sultano del Kutai regala alla principessa Guglielmina, in occasione delle sua inaugurazione a regina dei Paesi Bassi, una tiara in oro e diamanti in stile hindu-javanese, realizzata nei pressi di Jakarta dai gioiellieri Van Arcken & Co.; il gioiello è costituito da un bandeau semicircolare in oro su cui sono inseriti due giri di piccoli diamanti, ai quali vengono sovrapposti cinque elementi rimovibili in oro e diamanti, tre più importanti di forma triangolare (maggiore quello centrale contenente tre grandi diamanti) e due più piccoli costituiti da tre elementi floreali, essendo il fiore a cinque petali il motivo ricorrente dell’insieme.

Maxima bracciale
Il dono ha il chiaro scopo di sottolineare il legame tra la regione Indonesiana e i Paesi Bassi, che dal XVII secolo governano il territorio delle Indie Orientali Olandesi, ed è per tale motivo che sia l’oro che i diamanti della tiara (caratterizzati da un taglio chiamato Banjarmasin) provengono dalla regione del Borneo, così come il disegno d’insieme, ispirato ai rilievi raffiguranti dee hindu presenti nel grande complesso degli antichi tempi induisti di Prambanan, nell’isola di Java.
Data la particolarità del gioiello, lontano dallo stile e dai canoni europei degli altri gioielli della collezione reale olandese, esso fu indossato nella versione completa forse una sola volta dalla regina Guglielmina e in seguito, probabilmente intorno agli anni ’60, smontato per renderlo più attuale, rimodellando il bandeau semicircolare in un bracciale ed utilizzando i cinque elementi come spille, ciondoli o orecchini, cosa che la regina Beatrice farà molto spesso, accostando ad essi anche altri pezzi della collezione di famiglia.

Maxima Lussemburgo orecchini
Maxima ha indossato questi gioielli insoliti in molte occasioni e soprattutto il giorno del matrimonio religioso del granduca ereditario del Lussemburgo, nel quale ha stupito tutti indossando, insieme ad un alto ed eccentrico copricapo piumato, tutti i pezzi della Borneo tiara: il bandeau trasformato in bracciale, l’elemento centrale come spilla in vita e gli altri elementi come grandi orecchini pendenti (già sperimentati dalla principessa Laurentien), unendo insieme con equilibrio ed eleganza questi originali gioielli di famiglia.

Maxima Lussemburgo spilla
Il 27 maggio 2011 in occasione del concerto di gala per il festeggiamento dei suoi 40 anni Maxima indossa un gioiello che da tempo non veniva più esibito: il corsage – aigrette in diamanti della regina Emma (Diamond Ears of Wheat Corsage). Nel 1879 infatti la giovane moglie di Guglielmo III riceve come dono di nozze dalla cognata Sofia dei Paesi Bassi (granduchessa di Sassonia-Weimar-Eisenach per matrimonio) una grande spilla – corsage costituita da dodici spighe di grano in diamanti in successione, al termine di ognuna delle quali pende un diamante più grande.

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La regina Emma, vedova e reggente per la figlia Guglielmina, indosserà il gioiello come ornamento per capelli, così come anche la nipote Giuliana, la quale lo indosserà anche come spilla in differenti modalità nel corso degli anni ‘50; dopo decenni , la principessa Magherita riporterà alla luce il gioiello nel 2001 durante un ballo a New York, indossandolo fra i capelli come aigrette, ma passerà inosservato fino a quando non sarà indossato, sempre come aigrette, da Maxima per il suo compleanno.

Aigrette

Successivamente Maxima indosserà questo gioiello così particolare e di non facile vestibilità come spilla adagiata all’altezza della spalla, sfruttandone appieno la flessibilità.

Maxima gala per i 25 anni di regno della regina Beatrice
La famiglia reale olandese dispone di un’interessante collezione di acquemarine, fra cui una elegante tiara in stile art déco, un collier sautoir, un bracciale, spille e vari orecchini pendenti, di volta in volta indossati in combinazioni differenti ed interessanti; fra questi tuttavia il pezzo che svetta per dimensioni ed imponenza è senza dubbio il pendente con grande acquamarina a forma di pera circondata da diamanti, regalato nel 1937 alla principessa Giuliana dal principe Bernardo di Lippe-Biesterfeld come dono di nozze.
Sospeso ad un sottile filo in oro bianco con brillanti nella parte terminale (tanto che l’insieme prende il nome di Aquamarine Pendant Necklace), il gioiello è stato uno fra i più apprezzati dalla regina Giuliana, amante delle acquemarine, che lo ha indossato numerose volte, in combinazione anche con giri di perle, prestandolo solamente in alcune occasioni alla principessa Irene.

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La regina Beatrice non ha mai indossato il gioiello nella sua forma originaria, legato cioè alla lunga e sottile catena, ma singolarmente come pendente di una riviére in diamanti, una combinazione riuscitissima che verrà replicata anche dalla principessa Irene e dalla principessa Maxima. Quest’ultima indosserà il pendente anche come collier nella sua forma originaria accorciata e come spilla appesa alla spilla in diamanti a forma di fiocco della regina Guglielmina (Small Diamond Bow Brooch), la stessa alla quale Maxima appende il grande zaffiro ovale dello stomacher della regina Emma il giorno dell’inaugurazione di Willelm Alexander. La principessa Laurentien la sera prima dell’inaugurazione del cognato indosserà il magnifico gioiello ancora in un’altra forma, come pendente del devant de corsage in diamanti della Diamond House Parure, una grande spilla a forma di elaborato fiocco, alleggerito per l’occasione della parte superiore e finalmente indossato dopo decenni.

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Il 2 febbraio 2002, giorno delle proprie nozze, per fermare il proprio velo e sottolineare il suo nuovo status di principessa, Maxima utilizza una bellissima e delicata tiara con cinque stelle in diamanti mai vista prima in casa Orange; non si tratta tuttavia di un nuovo gioiello, bensì di un adattamento creato per l’occasione della Pearl Button Tiara, realizzata nel 1965 su ordine della regina Giuliana con le spille a forma di fiore (una perla centrale circondata da nove petali in diamanti) appartenute alla regina Sofia, ereditate dal figlio Alessandro e poi giunte alla sorellastra di questi, la regina Guglielmina.
Dal momento della sua creazione la tiara riveste un ruolo importante nella famiglia Orange-Nassau, poiché, oltre ad essere stata spesso indossata dalla regina Giuliana (che la presta anche alla suocera Armgard di Lippe-Biesterfeld), è quella scelta dalla principessa Margriet il giorno delle nozze e soprattutto dalle regina Beatrice il giorno della sua inaugurazione, e forse anche in virtù di questo ruolo centrale è stata scelta nel 2001 per essere parzialmente modificata e venire indossata dalla nuova principessa ereditaria dei Paesi Bassi.

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Conservando la base originaria, anch’essa appartenuta alla regina Sofia, e caratterizzata da un festone in diamanti ripreso in cinque punti, si decide di sostituire le cinque spille in perla e diamanti con cinque spille a forma di stelle di diamanti a dieci punte intorno ad un diamante centrale di taglio brillante, spille che a partire dal centro della tiara diminuiscono in grandezza verso l’estremità. Delle stelle non si conosce l’esatta provenienza ma molto probabilmente furono tra quelle regalate come dono di nozze alla regina Emma nel 1879 da parte dei nuovi parenti Wieds e Sassonia-Weimar-Eisenach; la difficoltà nel determinare l’esatta provenienza sta nel fatto che lo scrigno degli Orange-Nassau comprende ben tre set di stelle in diamanti (il primo comprende 1 stella a dodici punti e 4 a dieci punte, il secondo comprende 5 stelle a dieci punte di differente grandezza, il terzo comprende 3 stelle a dodici punte) ed è quindi difficile in assenza di indicazioni precise determinare quali di questi furono ricevuti dalla regina Emma in dono. Di sicuro le stelle utilizzate della nuova tiara sono le stesse inserite nell’originale retina per trattenere i capelli indossata dalla regina Giuliana il giorno della propria inaugurazione, così come sono le stesse stelle che Maxima porterà fra i capelli durante il giro in battello che i nuovi sovrani effettueranno la sera della propria inaugurazione. La tiara indossata dunque da Maxima il giorno delle nozze racchiude in sé il ricordo sia dell’inaugurazione della regina Beatrice (nella base) sia dell’inaugurazione della regina Giuliana (le stelle) e in effetti questo nuovo gioiello, dal valore simbolico così forte, sarà indossato più volte unicamente da Maxima e solo recentemente dalla principessa Margriet.

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Un gioiello molto poco indossato nella famiglia reale olandese è la piccola tiara in diamanti o pettine (Small Diamond Tiara o Hair Combs) regalata alla regina Guglielmina dal marito Enrico di Meclemburgo-Schwerin tra il 1900 e il 1905 e forse realizzata da un gioielliere olandese.
Dal disegno semplice e raccolto, è costituita da una fila di diamanti alternati da diamanti più piccoli, sormontati alternativamente da quattro diamanti più piccoli a forma di fiore e da due diamanti posti uno sull’altro.

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Indossata una sola volta dalla regina Guglielmina (stando alle fotografie pervenuteci), questo ornamento per capelli a forma di tiara è stato riscoperto da Maxima, che lo ha indossato in due differenti versioni: come fermacapelli stile anni ’60 per una cena di gala durante una visita di stato a Singapore nel gennaio 2013 e in un’altra occasione in modo molto originale, come guarnizione sopra uno chignon, sfruttando al meglio la forma del gioiello ed esaltandone la sua raffinatezza ed eleganza.

Alessandro Calabresi

Maxima Singapore particolare 2

La prima parte del post la trovate qui http://www.altezzareale.com/2014/05/28/gioielli-reali2/maxima-dei-paesi-bassi-i-gioielli-storici-degli-orange-nassau/

Le immagimi sono state reperite su Pinterest

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Nozze reali a Stoccolma: mai senza diadema

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Sposa

E anche questa principessa l’abbiamo piazzata. Teoricamente non sembrava difficile vista la sua sfolgorante bellezza, ma la splendida Madeleine qualche momento buio l’ha avuto. A dimostrazione che, purtroppo, qualche volta la vita va storta anche se sei splendida, ricca e figlia di un re.

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Ieri a Stoccolma il finanziere anglo-americano Christopher O’Neill emozionatissimo – sull’orlo delle lacrime, dire – ha portato all’altare l’ultimogenita di Carlo XVI Gustavo e della regina Silvia la quale, invece, particolarmente a suo agio nel magnifico abito di Valentino (Garavani) si è dimostrata si felice, ma decisamente padrona della situazione. Per una volta protagonista assoluta, dopo una vita da terzogenita.

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Di queste nozze svedesi ormai si è detto un po’ tutto anche perché dettagli glamour o gossip veramente segreti alla fine non ce ne sono stati. La mamma dello sposo – che si dice abbia avuto una relazione con il principe di Galles – ha toppato il colore del suo abito, ma nel complesso è riuscita a darsi un contegno e non è sembrata da meno, quanto a “ritocchini” accanto alla (ahimè) rifattissima regina Silvia. Idem le quattro sorellastre di Chris che, dove presenti, hanno inalberato i bijoux di famiglia. Il resto nella norma… di un matrimonio reale (mediamente importante), ovvio.

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Nonostante lo sfarzo contenuto – anche perché l’assegno l’ha firmato babbo Carlo Gustavo, senza contributi pubblici, stavolta – e molte defezioni reali (non si è presentato nessuno da Paesi Bassi, Belgio e Spagna) c’è stato un notevole dispiego di gioielleria, comme il faut visto che si è trattato di un evento pomeridiano-serale e dunque visto che molti dubbi sono sorti proprio su questo argomento, questo post “riassuntivo” sulle nozze svedesi è in effetti soprattutto un focus sui diademi indossati per questa occasione, a partire dalla tiara della sposa che è stata una sorpresa, ma non del tutto.

Sposa1

Il “Valentino” apprezzato da alcuni, criticato da altri… simile a quello di un’altra sposa… andate a vedere in fondo

Ebbene si, nonostante i figli siano tutti uguali nel caso di una famiglia reale l’erede al trono (o quando non c’è più al titolo) è un tantino privilegiato e così mentre Victoria per le sue nozze nel 2010 ha avuto l’onore del diadema di cammei usato solo dalla regina e da lei scelto come gioiello nuziale, Madeleine ha dovuto optare per un’altra delle splendide tiare della casa reale svedese. La principessa, quasi a rimarcare ancora di più la distanza dalla sorella sulle cui spalle c’è il peso di una futura corona e l’onore del proseguimento della tradizione dinastica, ha indossato – su una bellissima acconciatura fatta con uno chignon basso – un gioiello moderno e non uno dei diademi storici. Gli esperti la chiamano l’hanno definita “Carl XVI Gustav Modern Fringe Tiara” perché appunto rivisitazione contemporanea del classico modello “fringe”, ovvero a frange, molto di moda verso la fine dell’Ottocento di cui si trovano esempio in tutti gli scrigni reali e non. Il diadema, realizzato probabilmente dal gioielliere W.A. Bolin è un regalo che il re ha fatto nel 1986 alla moglie Silvia per i dieci anni di matrimonio e dunque appartiene personalmente alla sovrana e non fa parte di una delle due fondazioni creato per custodire i preziosi storici della famiglia evitando le dispersioni. Nel disegno della tiara, elegante e molto leggera e può essere trasformata in collier, sono evocati i simboli dinastici della Svezia: delle “gerbe” ovvero dei “vasi” stilizzati ricordano l’antica casa reale i Vasa, i tre diamanti che sormontano ciascun “vaso” sono le tre corone dei regni di Svezia, Novergia e Scania, mentre i fiori di giglio si riferiscono alle origini francesi del maresciallo Bernadotte.

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Storici invece gli orecchini di Madeleine che ha indossato i pendenti che sono stati regalati nel 1881 dalla regina Carola di Sassonia (nata principessa Vasa) a Victoria di Baden in occasione delle sue nozze con il futuro Gustavo V pronipote del maresciallo Bernadotte. Gli orecchini sono formati ciascuno da un diamante di taglio briolette circondato da sedici diamanti di taglio antico.

Silvia

Scelta di tono “minore” (si fa per dire) anche per la regina Silvia che mentre per le nozze della primogenita aveva orgogliosamente inalberato l’imponente e magnifica tiara “Braganza” stavolta ha indossato un gioiello altrettanto maestoso, ma un po’ meno impegnativo: la tiara a nove punte. Realizzata intorno alla metà dell’800 a Berlino è un regalo alla principessa Sofia di Nassau da parte del promesso sposo, il principe ereditario Oscar, futuro re Oscar II. Il gioiello è costituito da 528 diamanti montati in oro e argento che formano una palmetta centrale stilizzata e una serie di volute sormontate da nove punte di diamanti ornate di diamanti più piccoli a formare delle stelle. La tiara è una delle preferite della regina Silvia, ma non le appartiene personalmente perché fa parte della fondazione Bernadotte.

Victoria

La principessa ereditaria Victoria invece ha voluto rendere omaggio con i gioielli indossati al matrimonio della sorella alla sua amatissima – e recentemente scomparsa – prozia-nonna la principessa Lilian, vedova del principe Bertil zio del re. Il suo diadema era una proprietà personale di Lilian che l’ha lasciato in eredità alla pronipote: si tratta di un collier di diamanti montato su argento e trasformabile in diadema, realizzato da Boucheron nel 1905 e regalato dalla regina Sophie di Svezia alla principessa Margaret di Gran Bretagna in occasione delle sue nozze con il futuro re Gustavo VI Adolfo. Alla morte di Margaret nel 1920 il collier è passato in eredità al figlio Bertil che l’ha offerto alla moglie per le nozze nel 1976 anche se in effetti Lilian – da anni membro ufficioso della casa reale – lo aveva già portato, per esempio alla festa per i 90 anni di Gustavo VI Adolfo.  Anche il collier portato da Victoria fa parte dell’eredità della prozia ed è formato da una rivière di diamanti di taglio antico a cui è stato aggiunto come pendente un voluminoso devant de corsage appartenuto alla regina Joséphine moglie di Oscar I.

Come d’uso in queste occasioni familiari le sorelle del re – che evidentemente non possiedono gioielli personali di grande valore – hanno usato i diademi delle due fondazioni della famiglia Bernadotte.

Zia

Christina con la tiara dei “bottoni”, Brigitta con la “Connaught” e Margaretha con la “fringe” (manca una delle Haga Princess, Désirée che porta il diadema di acciaio, ma non sono riuscita a trovare una sua foto). e invece grazie a Chloe ecco le foto delle Haga Princess con annesse tiare.

Birgitte (1)

Margaretha

Désirée2

Désirée

 

Il diadema di turchesi indossato da Kelly principessa ereditaria di Sassonia Coburgo e Gotha ha origini misteriose ma gli esperti ritengono risalga più o meno al 1905 e sia il regalo di nozze di re Edoardo VII di Gran Bretagna alla moglie del nipote Carlo Edoardo duca di Sassonia Coburgo Gotha. Che ci fanno questi – spodestati – principi tedeschi alle nozze svedesi? Semplice, la madre di Carlo XVI Gustavo era nata Sibylla di Sassonia Coburgo Gotha, quindi sono parenti stretti.

SaxeCoburg

La principessa ereditaria Mary di Danimarca possiede – e indossa – “solo” due tiare, quella delle nozze e l’altra con i rubini appartenuta a Désirée Clary, ma questa volta ha scelto un gioiello moderno e sicuramente meno impegnativo: la Midnight Tiara creazione della designer danese Charlotte Lynggarrd che l’ha presentata durante una esposizione nel 2009 e da allora la presta alla principessa.

MaryD

Marie – come d’altronde anche la prima moglie di Joachim – possiede una sola tiara, quella che le è stata regalata (o prestata?) per le nozze nel 2008 ed è un gioiello di famiglia. E’ il re Federico VIII a farlo realizzare per la figlia minore Dagmar in occasione delle nozze con Jorgen Castenskjold nel 1922. Interamente in diamanti, i suoi motivi riproducono cinque fiori in un intreccio di foglie. Alla morte di Dagmar nel 1961 il diadema è tornato nelle collezioni reali e Margrethe la portato spesso da ragazza. Anche in danesi e i greci sono parenti stretti, la regina Margarethe di Danimarca e sua sorella la regina Anne Marie di Grecia sono cugine di primo grado di re Carlo XVI Gustavo.

MarieD

Le norvegesi hanno scelto un po’ a caso i loro diademi, Mette Marit vestita di azzurro aveva le ametiste della suocera (una parure dalle molteplici funzioni, regalo di re Harald V alla moglie Sonja per i 25 anni di matrimonio nel 1993) mentre la cognata Martha Louise in abito lilla ha indossato il suo diadema nuziale, ovvero la versione semplificata del gioiello offerto a Maud, futura regina accanto a Haakon VII, dal padre re Edoardo VII in occasione delle nozze nel 1905. Non si tratta dell’originale però ma di una copia realizzata nel 1995 quando la tiara, affidata al gioielliere londinese Garrard per essere ripulita e sistemata, sparisce misteriosamente. Il diadema in diamanti è sormontato da tredici perle a goccia e ha un motivo centrale che può essere tolto.

MetteMarit

MarthaLouise
Il diadema indossato da Theodora di Grecia appare intorno al 1983 e probabilmente viene acquistato da re Costantino II di Grecia per i diciotto anni della primogenita Alexia. Si tratterebbe dunque di una proprietà personale della principessa che in questa occasione l’ha prestato alla sorella.

Teo

Teo-Grecia

Marie Chantal di Grecia, comparsa di recente con lo strepitoso diadema della regina Frederika di Grecia, ha indossato una “cosina semplice”: la tiara “fringe” della figlia Marie Olympia. Si della figlia, perché è il regalo di battesimo della nonna materna, la signora Miller, alla bambina e in attesa che questa abbia l’età giusta lo porta sua madre.

Grecia

La splendida Tatiana di Grecia, moglie del principe Nicola, porta la tiara già indossata per le sue nozze nel 2010, che è il risultato dell’assemblaggio di gioielli diversi a partire da un antico devant de corsage di brillanti e perle appartenuto probabilmente a Victoria di Baden regina di Svezia. Nel 1935 re Gustavo V di Svezia regala alla nipote Ingrid, che sta per sposare il futuro re Federico IX di Danimarca, il devant de corsage (formato da una grande spilla rettangolare e da altre più piccole) che era della moglie morta nel 1930. Anni dopo Ingrid fa trasformare l’insieme: le perle a goccia tolte del pezzo principale diventano orecchini, mentre le spille più piccole vengono aggiunte alle estremità del devant de corsage montato su una nuova base, et voilà un nuovo diadema leggero e molto giovanile, perfetto per essere regalato alla principessa Anne Marie in occasione del suo diciottesimo compleanno. Lo stesso anno Anne Marie sposa Costantino II e il diadema entra nella collezione della famiglia reale greca. La regina lo porta al ricevimento che precede le nozze e poi lo presterà alle figlie e in particolare alle nuore per le loro nozze.

Tatiana

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decisamente la più bella e la più elegante

Sabato pomeriggio durante la diretta gli appassionati di gioielli si sono stupiti non poco di veder arrivare una signora francese, Silvie de Castellane moglie del principe-duca Pierre di Aremberg, sontuosamente parata con lo splendido diadema art déco di Sybilla del Lussemburgo moglie di uno dei fratelli del Granduca. Come e perché questo diadema è finito sulla testa della Aremberg dato che il principe-duca è ricchissimo e in famiglia un diadema c’è? Mistero totale. Una vendita poco pubblicizzata o il gioiello è simile ma non è lo stesso? A quanto pare la spiegazione sarebbe molto più semplice, Silvie e Sybilla pare siano molto amiche e quindi si tratterebbe di un semplice prestito come era accaduto a ottobre quando lo stesso gioiello nella sua forma ridotta era stato prestato a una cognata. La storia e le foto del diadema qua scorrendo in fondo.

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Baviera

Anna di Baviera che ora, dopo la vendita del diadema più imponente, si deve accontentare di questo…

Lux

E per rendere il tutto se possibile ancora più smorto una bella parure di topazi è quello che ci vuole… oppure è la suocera che non molla i pezzi più belli?

Infine… vi ricorda qualcosa questo vestito? Come Rossini e Mozart il mitico si è citato un po’…

Sibilla

 ps la sposa è Sibylla Weiller (nipote della infanta Beatrice di Spagna e di un magnate dell’industria francese), lui è Guillaume del Lussemburgo, ultimogenito di Jean. Lei sarebbe anche la proprietaria del diadema prestato a madame d’Aremberg.

ehm… mi ero dimenticata di lei. Evidentemente non si sono ancora ripresa dall’abbinata diadema con acquamarina e abito salmone o pesca che dir si voglia. La tiara dovrebbe essere un prestito della suocera.

Sophie

e se volete vedere altre foto

http://www.zimbio.com/pictures/FsK4wRzsLbo/Wedding+Princess+Madeleine+Christopher+O+Neill

http://www.zimbio.com/pictures/ItiYTD_q54v/Wedding+Princess+Madeleine+Christopher+O+Neill

http://www.ppe-agency.com/show.php?zoektype=2&search=08-06-2013%20Boat

copyright foto: hola.com, ppe, Getty Images

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Lo scrigno minimal e sobrio della regina di Spagna

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La nuova regina di Spagna non è una grande appassionata di gioielli. Al contrario della collega e coetanea Maxima regina dei Paesi Bassi, Letizia Ortiz Rocasolano preferisce indossare parures discrete, monili preziosi ma di design contemporaneo e i diademi sono riservati a poche, pochissime occasioni speciali. Un vero peccato perché, anche se la dotazione della Zarzuela non è minimamente paragonabile a quella dei sovrani inglesi, olandfesi o svedesi, c’è qualche pezzo davvero degno di nota e carico di storia. I gioielli delle regine di Spagna comunque sono tutti relativamente recenti poiché in seguito alle turbolente vicende della monarchia e ai numerosi le ricchezze personali delle regine sono state usate per sopravvivere. Nella seconda metà del XIX secolo, la regina Isabella II e sua sorella, la duchessa di Montpensier sono costrette a vendere la maggior parte di quanto contenuto nei loro preziosi scrigni. E’ quindi Alfonso XIII (1886-1941) ad arricchire di nuovo la collezione offrendo alla consorte Vittoria Eugenia di Battemberg diamanti meravigliosi, perle straordinarie ed altre pietre. La maggior parte della collezione della regina Ena è passata al conte di Barcellona e quindi a Juan Carlos. La regina Sofia, quando era in carica, ha sempre molto amato molto coprirsi di pietre sfavillanti (alcune delle quali ereditate dalla madre Frederika di Grecia) li ha sempre sfoggiate con molto orgoglio sempre attenta però alle occasioni, alle opportunità e ai ruoli.

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Per esempio, negli anni ’80, invitata al gran ballo organizzato per celebrare i 50 anni del duca di Wurttemberg, intimo amico del re di Spagna, Sofia annuncia alla duchessa, la molto reale Diana d’Orléans (figlia del pretendente al trono di Francia) che lei, unica sovrana regnante presente alla festa, non avrebbe portato il diadema. La duchessa di Wurttemberg pare non l’abbia presa molto bene. La decisione di Sofia dà al grande ricevimento un tono meno fastoso e scintillante, in quanto secondo l’etichetta, strettamente osservata dalle grandi famiglie tedesche, la presenza di una regina senza tiara ed altri gioielli importanti, obbliga ogni altra dama a seguire il suo esempio. Duchessa di Wurttemberg compresa, proprietaria di alcuni splendidi diademi sfoggiati sempre con molto glamour. Capriccio di sovrana, desiderio di non abusare del proprio ruolo, piccola lezione alla duchessa a volte più reale degli stessi sovrani? I diademi Sofia di Spagna li ha sempre riservati alle occasioni ufficiali, cioè quando è chiamata a rappresentare la nazione. E negli anni tra il matrimonio e l’ascesa al trono, la moglie di Juan Carlos ha sempre cercato di non indossare gioielli troppo preziosi e non ha mai portato un diadema nel periodo tra l’ascesa al trono e l’approvazione della Costituzione e quindi dell’accettazione da parte del popolo spagnolo della monarchia come forma di governo.

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Oggi la situazione è cambiata ancora: la regina Letizia porta solo un paio di diademi e diverse grandi tiare molto importanti non si vedono da tempo. Per esempio lo spettacolare gioiello ereditato da Vittoria Eugenia: il diadema con fiori di giglio realizzato nel 1906 dal gioielliere Ansorena di Madrid e offerto da Alfonso XIII alla fidanzata la quale lo porta il giorno delle nozze e in tutte le foto ufficiali. Il diadema, originariamente molto simile ad una piccola corona per adattarsi agli chignon alti di moda all’epoca, poi trasformato in bandeau più aperto, è composto esclusivamente da diamanti tagliati a brillante e a “cuscino”, incastonati su una leggera armatura in platino a formare una serie di gigli, simbolo araldico dei Borbone. Quando era principessa delle Asturie Letizia ha indossato spesso il diadema “prussiano” di proprietà della suocera che gliel’ha molto simbolicamente prestato anche per le nozze.

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Questa piccola ed elegante tiara in stile Impero, composta da diamanti di varia misura, più una goccia centrale oscillante, fa parte del tesoro degli Hannover, sequestrato dai prussiani insieme a tutti i possedimenti della famiglia nel momento in cui il piccolo regno tedesco viene inglobato nella grande Germania. Quando Vittoria Luisa di Prussia, va sposa a Ernesto Augusto di Hannover il kaiser Guglielmo II restituisce indirettamente il gioiello offrendolo in dono all’amatissima figlia. Il diadema passa poi all’unica femmina della coppia, Frederika che lo indossa per la prima volta in occasione della foto ufficiale con il fidanzato, il principe ereditario Paolo di Grecia. Frederika, che preferisce utilizzare le splendide e sontuose parure del tesoro dei re greci, regala a sua volta il diadema imperiale alla figlia Sofia la quale lo usa per trattenere il velo nuziale. Come farà molti anni dopo la

nuora Letizia Ortiz a cui la sovrana presta, nel giorno del matrimonio, questo oggetto strettamente personale e molto simbolico a cui è particolarmente affezionata.

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Il diadema floreale composto di grandi di fiori di diamanti è il regalo di nozze di Franco a Sofia, in origine poteva essere smontato per essere portato come un collier e così fu indossato per la prima volta. L’infanta Cristina l’ha portato il giorno delle nozze nel 1997 e oggi è uno dei preferiti di Letizia

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Il diadema detto della Chata viene dalla maison Mellerio ed è anch’esso un regalo di nozze. Nel 1868 la regina Isabella, cliente abituale dei famosi gioiellieri parigini i cui archivi conservano ancora oggi traccia degli oggetti scelti dalla sovrana spagnola, un diadema per l’omonima figlia primogenita.

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Il matrimonio della infanta Isabella detta la Chata è uno degli ultimi grandi eventi prima della guerra civile che caccia dal trono una sovrana non amata. In esilio dorato a Parigi, la ex regina, che finanzia il suo fastoso treno di vita anche con la vendita delle sue favolose gioie, un giorno ha una brutta sorpresa, i Mellerio le presentano una fattura da 161 mila franchi corrispondente agli ultimi acquisti non pagati, compreso il diadema della Chata. La ex sovrana, grida, si scandalizza, si offende e fa orecchie da mercante. Cioè non paga. Ma i Mellerio, solida famiglia di origine ebraica con alle spalle ampia reputazione di serietà e vasta clientela, non demordono e inviano ad Isabella II il loro legale a cui la ex regina fa sapere che sì salderà il conto, ma per soli 20 mila franchi, cifra corrispondente a quanto da lei acquistato nel periodo dell’esilio. Insomma per il prima, cioè quando era ancora regina, non si sente direttamente responsabile. La questione finisce in tribunale e ovviamente la giustizia francese dà ragione ai gioiellieri. Il diadema in questione era stato realizzato, nel 1867, dall’atelier madrileno dei Mellerio che lo presentano nel loro stand all’esposizione universale di Parigi. La tiara ha un disegno particolarmente originale ed estroso, la struttura di platino e diamanti simula una fitta serie di conchiglie al centro delle quali sono appese sette grosse perle a forma di pera e dodici brillanti che ondeggiano seguendo i movimenti della testa. Nel momento in cui viene proclamata la seconda repubblica, nel 1931, la Chata benché molto malata, lascia la Spagna portandosi dietro, fra l’altro, il prezioso diadema che per evitare un sequestro alla frontiera, viene nascosto sotto la fodera di un grosso cappello. L’infanta Isabella muore poco dopo lasciando i suoi beni al nipote l’ormai esiliato re Alfonso XIII che offre il diadema Mellerio a Maria de las Mercedes di Borbone Sicilia, moglie del figlio Juan conte di Barcellona, la quale a sua volta, anni dopo, lo regala alla futura nuora Sofia di Grecia. La principessa indossa per la prima volta il diadema della Chata al ballo che precede le nozze ed evita la gaffe diplomatica, allacciando intorno al collo un altro diadema di brillanti, quello offerto dal generalissimo Franco, che per fortuna può essere trasformato in collier.

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Un’altra bellissima tiara è quella che il gioielliere parigino Louis Cartier realizza negli anni ’20 su richiesta di Vittoria Eugenia la quale desidera un gioiello elegante, ma leggero. Il diadema, composto da una “aigrette” centrale, in platino e diamanti, sormontata da una grossa perla, successivamente eliminata, e da tre riccioli digradanti, al centro dei quali è incastonata una perla più piccola, viene indossato spesso prima dalla regina e poi dalla figlia minore, l’infanta Cristina che lo riceve in eredità alla morte della madre. Negli anni ’80, l’Infanta decide di vendere la tiara, ma desiderando farla restare in famiglia la offre al nipote Juan Carlos, che l’acquista per la moglie Sofia.

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Letizia non ha mai portato il diadema Cartier ma di recente  – alla cena di gala per il 75 compleanno della regina Margarethe di Danimarca – ha indossato per la prima volta il diadema che le ha regalato il marito. Realizzato dalla maison spagnola Ansorena è composto da 450 diamanti e dieci grandi perle australiane per un valore complessivo di 50 mila euro. Il fiore di giglio frontale può essere staccato e diventa una spilla che la regina aveva guià usato in diverse occasioni.

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Quattro regine di Spagna e un solo straordinario collier di perle

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Ormai è chiaro che la neo regina di Spagna non ama ostentare gioielli preziosi. Tutto il contrario della regal suocera (che si copre di oro e pietre colorate anche nella vita quotidiana) e di tutte le sovrane che l’hanno preceduta sul trono iberico. Ultimamente però ha tirato fuori dalla cassaforte uno splendido collier di perle …

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Maria de las Mercedes d’Orléans y Borbon, prima moglie di Alfonso XII

Il giovane Alfonso XII è sul trono da pochi mesi quando, nonostante il parere contrario della famiglia, decide di sposare la cugina Maria de las Mercedes d’Orléans della quale è perdutamente innamorato da anni. I genitori della principessa, la infanta Maria Luisa Fernanda, sorella di Isabella II e Antonio d’Orléans, duca di Montpensier, intrattengono pessimi rapporti con il resto della famiglia, ma i due giovani si sono incrociati spesso fin da bambini e il neo sovrano, tanto amato quanto sua madre Isabella II era detestata, ha intenzione di scegliersi da solo una sposa perfetta. E per Alfonso Maria de las Mercedes è da sempre il paradigma di bontà e virtù. L’insistenza del sovrano e l’evidente amore fra i due contribuisce a risolvere i malintesi e gli ostacoli anche politici. Il 16 novembre 1877 viene dato l’annuncio ufficiale del fidanzamento e le nozze sono celebrate con fasto il 23 gennaio 1878 a Madrid. Alla giovane sposa il re dona gioielli bellissimi fra cui una sontuosa parure costituita da un diadema in perle e diamanti (creazione della maison madrilena Marzo) e da un  superbo collier acquistato da un noto gioielliere di San Pietroburgo specialista nel genere. Il girocollo, formato da 41 perle perfettamente sferiche e luminosissime, ha un fermaglio di brillanti.

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I doni di nozze di Alfonso XII alla sposa

La felice unione però dura solo sei mesi perché la principessa è già gravemente malata di tubercolosi e muore il 26 giugno 1878, due giorni dopo il suo diciottesimo compleanno. Alfonso si dispera per mesi ma alla fine la ragione di Stato vince sui sentimenti e il sovrano spagnolo, che ha urgente bisogno di un erede, si cerca subito un’altra moglie; la scelta cade su Maria Cristina d’Orléans, sorella della defunta Mercedes. Le due pare si assomigliano molto, forse persino troppo perché la promessa sposa muore, anche lei di tubercolosi spezzando definitivamente il cuore al giovane e romantico re. Qualche mese dopo, il 29 novembre 1879, Alfonso acconsente, rassegnato, alle nozze con Maria Cristina d’Asburgo che, insieme alla corona di regina, riceve anche tutte le splendide perle della prima moglie e, amandole particolarmente, le indossa spesso.

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Il collier indossato dalla regina Sofia e a destra dalla seconda moglie di Alfonso XII

Con Alfonso XII la Spagna conosce finalmente un regime liberale guidato da un sovrano pragmatico e abile, che avrebbe potuto trovare la strada per pacificare gli animi e promuovere lo sviluppo della nazione. Purtroppo anche il re soccombe alla tubercolosi il 25 novembre 1885 a soli ventotto anni. Le eredi sono due bambine però Maria Cristina è incinta e, il 17 maggio 1886, nasce Alfonso XIII: El Rey Niño, il Re Bambino. La regina vedova diventa reggente e lo resterà per sedici anni dando prova di intelligenza e di flessibilità nell’adattarsi alla società spagnola e nel dirigere il governo, ammettendo senza resistenze le grandi riforme democratiche e il suffragio universale. Nonostante ciò sotto la facciata allegra della Belle Époque tutti i problemi sostanziali dello stato spagnolo rimangono immutati e forze centrifughe lavorano all’interno del paese per la sua destabilizzazione. La seconda lunga reggenza del XIX secolo porterà come la prima (quella per Isabella II) instabilità politica ed economica e grandi incertezze.
Giovane donna sola sulle cui spalle è caduto il peso del governo di una nazione né facile, né tranquilla, Maria Cristina si consola con i gioielli di cui si copre con abbondanza. La Reggente ha una particolare passione per le perle e nel 1906 fa realizzare una bellissima tiara costituita da una serie di doppi archi di brillanti, chiusi alla base a formare delle gocce al centro delle quali c’è una perla rotonda; altre quattordici perle, completano la parte superiore del gioiello. Il collier invece passa, in quello stesso 1906, alla moglie di Alfonso XIII Vittoria Eugenia di Battemberg, ma poiché all’epoca vanno di moda le collane strette intorno al collo, dal gioiello vengono tolte quattro perle.

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La regina Sofia con il diadema della regina Maria Cristina

Alla morte dell’amatissima madre il diadema di perle passa ad Alfonso XIII, che lo chiude in cassaforte fino al 1935, anno in cui lo regala alla nuora Maria de las Mercedes di Borbone Sicilia, moglie di don Juan conte di Barcellona e futura madre di Juan Carlos. La contessa di Barcellona è la figlia di don Carlos di Borbone Sicilia che, vedovo della sorella di Alfonso XIII Maria de las Mercedes e risposato con Luisa d’Orléans, impone a una delle sue figlie di secondo letto il nome della prima sposa defunta, Maria de las Mercedes, la quale era stata così chiamata in onore e ricordo della prima moglie prematuramente scomparsa di suo padre, re Alfonso XII. Un intrico di nomi che si ripetono come una litania in un susseguirsi di funebri memorie. Alla morte di Vittoria Eugenia nel 1969 il girocollo di perle arriva al figlio don Juan  e sua moglie lo porterà spesso fino al 1977, anno in cui il conte di Barcellona cede ufficialmente i diritti dinastici a Juan Carlos ormai re da due anni. Le perle fanno parte delle cosiddette “joyas de pasar”, i gioielli che devono essere trasmessi alla sovrana in carica perché possa indossarli nell’esercizio delle sue funzioni di regina.

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La regina Vittoria Eugenia con il collier di perle di Maria de las Mercedes

Il diadema, che era un dono personale, resta invece alla madre di Juan Carlos che lo usa spesso e la presterà anche alla figlia Pilar per le sue nozze con Luis Gomez-Acèbo e alla nipote Simoneta quando sposa José Miguel Fernández Sastrón. La regina Sofia porta la tiara una sola volta nel 1971 quando partecipa alle feste organizzate a Persepoli dallo Shah per i 2500 della monarchia persiana. Alla morte della contessa di Barcellona, nel 2000, Juan Carlos eredita il diadema della Reggente e Sofia lo indosserà insieme al collier della sfortunata Maria de las Mercedes. Questa splendida collana di perle dovrebbe essere quella che la nuova regina di Spagna ha indossato nell’ottobre scorso in occasione del premio principessa delle Asturie.

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La contessa di Barcellona con il diadema della regina Maria Cristina

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Il diadema della regina Maria Cristina indossat dall’infanta Pilar per le nozze

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e lo stesso gioiello prestato dalla contessa di Barcellona anche alla nipote Simoneta Gomez Acebo

Gli altri post sui gioielli delle regine di Spagna

http://www.altezzareale.com/2011/09/16/gioielli-reali2/gioielli-reali-il-diadema-della-chata/

http://www.altezzareale.com/2011/12/14/gioielli-reali2/sofia-e-la-peregrina-lo-scrigno-della-regina-di-spagna-seconda-parte/

http://www.altezzareale.com/2015/09/28/gioielli-reali2/sulla-testa-di-sofia-lo-scrigno-della-regina-di-spagna/

Le foto sono tratte da questo libro

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Ringrazio Alex – Alessandro Calabresi con il quale ci siamo confrontati sul tema del collier giungendo alla conclusione che dovrebbe essere proprio quello di Maria de las Mercedes.

 

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Kate e i diamanti del Nizam di Hyerabad

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Nuova uscita solitaria per la bella Kate che martedì 11 febbraio ha partecipato ad una serata di gale alla National Portrait Gallery di Londra. La duchessa di Cambridge ha scelto un abito semplice, leggero e fluttuante di Jenny Packman ma ad attirare tutti i flash e i commenti è stata soprattutto la sontuosissima collana che ornava il suo décoltée.

Kate e i diamanti del Nizam

Kate ha indossato non un gioiello storico dei Windsor, ma uno dei doni di nozze fatti alla regina Elisabetta nel 1947. Si tratta dello splendido collier che il Nizam di Hyderabad ha offerto in dono alla giovane sposa insieme ad un altrettanto sontuoso diadema. La parure, creata da Cartier negli anni ’30 del Novecento, viene acquistata dal Nizam proprio per il matrimonio della principessa ereditaria, ma subisce diverse trasformazioni. La regina porta occasionalemte il diadema – che è una fascia degradante sui lati composta da foglie e fiori – per venticinque anni, poi nel 1973 lo fa smontare e i tre fiori principali diventano delle spille; l’armatura del gioiello e i diamanti invece sono affidati al gioielliere Garrard che li usa per una nuova tiara nella quale sono inclusi i rubini offerti ad Elisabetta dal popolo birmano come dono di nozze.

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Il collier che ha indossato Kate è invece non è stato toccato, ma Elisabetta non l’ha portato spesso. Realizzato nel 1935 da Cartier in origine ha undici pendenti, ma nove vengono staccati e venduti separatamente. Nel luglio del 1936 la collana, sontuosissima anche con i soli due pendenti centrali, trova un acquirente, ma un anno dopo Cartier la riacquista e rimane per dieci anni nello stock della maison. Il Nizam rimasto in India fa scegliere i gioielli direttamente alla futura sposa che si reca nel negozio Cartier di Londra. Unica modifica apportata da Elisabetta è la riduzione del girocollo adattato alle sue misure, i piccoli brillanti infatti che da 48 che erano diventano 36.

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Indossando lo splendente collier del Nizam Kate, che fino ad oggi ha preferito gioielli discreti se non addirittura divertenti pezzi di bigiotteria, ha in qualche modo confermato le voci che si erano sparse nei giorni scorsi a proposito di un suo “adeguamento” dal punto di vista dello stile in versione meno glamour e giovanile e più royal. Sempre elegantissima la duchessa di Cambridge ha arricchito il suo outfit con quello che è molto più di un ornamento. Al di là del valore intrinseco e decisamente incalcolabile, i diamanti di Elisabetta II sono un vero e proprio simbolo di prestigio e regalità. Il diamante, pietra perfetta, difficile da scalfire e preziosissima è l’emblema tangibile della potenza, i diamanti sono ornamento, ma anche asserzione di un’autorità che, a partire dalla regina Vittoria, non è solo puro e semplice esercizio di potere, ma anche sacro dovere. E’ un passo avanti quello compiuto da Kate che si appresta così a ricevere il testimone della “rappresentazione della regalità”.

Fino ad oggi la duchessa di Cambridge ha portato gioielli importanti solo in rarissime occasioni – e i diademi solo due volte, il giorno del matrimonio e ad un ricevimento privato del quale ci sono solo pochissime immagini – e qualcuno l’ha criticata per questo. Evidentemente il tutto faceva parte di una strategia ben precisa di avvicinamento alle funzioni regali ancora molto diluite. Diana era stata gettata nell’arena subito dopo le nozze, con Kate evidentemente è stato deciso di procedere per gradi. E il sistema pare funzionare. La collana del Nizam è un primo passo, ma non c’è dubbio che molto presto la vedremo con molti altri meravigliosi gioielli di Elisabetta II… per la gioia di tutti noi appassionati.

Però adesso Kate trova una pochette che non ti si può vedere così che non sai dove mettere le mani. :)

grazie ad Alex che mi ha aiutata con la traduzione mettendola nei commenti. Le notizie sul collier e sul diadema del Nizam vengono da The Queen’s Diamonds.

 Chloe invece mi ha mandato dei link con foto e dettagli.

 Qui l’ingrandimento del collier (cliccando sulla foto, l’ingrandimento mostra quanto sia MERAVIGLIOSO):

 http://www.royalcollection.org.uk/microsites/royalwedding1947/object.asp?grouping=&exhibs=NONE&object=200154&row=47&detail=magnify

 Qui Elisabetta indossa sia il diadema che il collier:

 http://www.altezzareale.com/wp-content/uploads/2014/02/TiaraBoth.jpg

Qui una parte del collier originale, come fu donato dal Nizam di Hyderabad, che aveva due pendenti aggiuntivi e quello centrale più lungo (l’immagine non è delle migliori, né completa, ma non pensavo neppure di trovarla sul web):

http://www.altezzareale.com/wp-content/uploads/2014/02/n25c.jpg

ps pensavo alla scena di Kate e della regina che scelgono i gioielli. Me le vedo tutte e due – con Angela Kelly? mioddio quanto vorrei essere una mosca e stare lì con loro – nella stanza cassaforte di Buckingham Palace e Lilibet che le dice “vieni cara, vieni a provare due cosette di famiglia…”.

 

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La prima volta di Letizia con il diadema Ansorena “Fleur de lys”

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Letizia ha indossato per la prima volta il diadema Ansorena, il “Fleur de lys” creato per Vittoria Eugenia e finalmente la Spagna si è accorta di avere una regina.

Implicazioni politiche e diplomatiche a parte la visita del presidente argentino Mauricio Macrì a Madrid ha fatto molto chiacchierare, per questioni di stile e di scelte a partire dal mini incidente protocollare che ha visto le due prime signore con abiti di taglio diverso ma dalle stessa identica sfumature rosa cipria. Superato lo choc (ai suoi tempi l’imperatrice Joséphine vestita di rosso ciliegia, ma costretta a camminare lungo un corridoio tappezzato per dispetto dalla cognata in rosso arancio, aveva preferito svenire) Juliana Macri e la regina di Spagna sono apparse splendenti al Palazzo Reale dove si è svolto il ricevimento di gala e la ex giornalista, benché avesse scelto l’undestatement e la semplicità della “petite robe noire”, ha rubato la scena alla first lady argentina indossando per la prima vita il sontuoso ed imponente diadema Ansorena.

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Il diadema della regina Vittoria Eugenia

Il diadema con fiori di giglio è stato realizzato nel 1906 dal gioielliere Ansorena di Madrid ed è uno dei doni di nozze di re Alfonso XIII alla fidanzata Vittoria Eugenia di Battemberg. La principessa, che ha un nome tedesco ma è inglese di nascita, cultura e temperamento,  lo porta il giorno delle nozze e in tutte le foto ufficiali. Questo magnifico gioiello è originariamente quasi chiuso e molto simile ad una piccola corona perché possa adattarsi alle pettinature mobride e agli chignon alti di moda all’epoca; in seguito il diadema Ansorena viene allargato e trasformato in bandeau aperto. , è composto esclusivamente da diamanti tagliati a brillante e a “cuscino”, incastonati su una leggera armatura in platino a formare una serie di gigli, simbolo araldico dei Borbone. Vittoria Eugenia, che è la bisnonna paterna di Felipe VI, indossa il diadema Ansorena in quasi tutte le foto ufficiali e diventa un po’ il simbolo della sovrana e un emblema della sua regalità. Il diadema è una delle cosiddette “joyas de pasar” che Vittoria Eugenia destina quindi alla futura regina o alla moglie del pretendente; infatti alla morte della sovrana questo goiello passa a don Juan conte di Barcellona e viene indossato dalla moglie Maria de las Mercedes, i genitori di Juan Carlos che non saliranno mai al trono.

Morto Franco e restaurata la dinastia, il diadema Ansorena diventa uno degli ornamenti prediletti della regina Sofia che lo porta in tutte le occasioni più importanti, durante le visite di Stato e gli eventi di grande rilievo. E’ in un certo senso IL diadema delle regina, quasi una vera e propria corona simbolica. Letizia, che pare non ami particolarmente i gioielli importanti, fino ad oggi non lo aveva mai indossato. Fra l’altro la regina ha abbinato il diadema Ansorena a una coppia di braccialetti di diamanti che fatti realizzare da Vittoria Eugenia smontando una coroncina regalo di Alfonso XIII.

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Se volete scoprire lo scrigno di Letizia –> http://bit.ly/2mmHTUx

Qui invece la storia di un altro diadema, quello con le perle della Reggente —> http://bit.ly/2moYGq0

E qui la misteriosa Peregrina –> http://bit.ly/2lzrjl6

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